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Mercoledì 07 Gennaio 2009
Università, Camera dà la fiducia
Passa il decreto anti-baroni
Diventa praticamente legge il decreto gelimini che riforma l'Università. La camera infatti ha dato il via libera al provvedimento facendo passare il voto di fiducia sul provvedimento. Ora il voto finale dell'aula passano le misure anti-baroni.
Come già accaduto sulla scuola, anche questo provvedimento varato dal ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca Mariastella Gelmini ha alimentato nei mesi scorsi un movimento di protesta animato soprattutto da studenti e docenti e un duro scontro fra la maggioranza e l'opposizione. Alla Camera, il Pd un mese fa ha abbandonato la commissione Cultura che esaminava il decreto, accusando il centrodestra di voler respingere tutte le proposte di miglioramento dei deputati di minoranza.
Con l'entrata in vigore della nuova legge cambiano molte cose: con le norme anti-baroni che introducono una verifica sull'attività di ricerca effettivamente svolta dai docenti, nella gestione dei concorsi universitari con il sorteggio dei commissari e nell'assegnazione dei fondi agli atenei, che nella nuova formulazione di legge prevede un vantaggio per quelli 'virtuosi' e una penalizzazione per quelli più 'spendaccioni'.
Di seguito le principali novità introdotte dal decreto Gelmini, sul quale la Camera esprimerà domani il voto finale.
TURN OVER - Blocco delle assunzioni per le università che chiudono i bilanci annuali in rosso. Per gli atenei poco virtuosi, inoltre, esclusione dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009. Non solo: le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Il blocco del turnover di personale (la sostituzione di chi va in pensione nelle altre amministrazioni è limitata al 20%) per gli atenei 'sani' viene elevato al 50%. Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60% dovrà essere riservato ai nuovi ricercatori. Esclusi dal blocco del turn over i concorsi di ricercatore già banditi (per un totale di 2.300 posti), esclusi dal blocco delle assunzioni gli enti di ricerca.
CONCORSI - Sorteggio contro i concorsi 'guidati'. Le commissioni che dovranno reclutare docenti saranno composte da un ordinario nominato dalla facoltà e da quattro professori sorteggiati su una lista di 12, eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando. I ricercatori saranno reclutati da commissioni composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.
STRETTA SUI "BARONI" - Per fare carriera e aver diritto a scatti di anzianità bisognerà dimostrare di aver effettuato ricerca scientifica (con pubblicazioni certificate da un'apposita Anagrafe nazionale aggiornata con periodicità annuale).
TRASPARENZA - Annualmente il rettore presenterà al cda e al Senato accademico «una relazione concernente i risultati dell'attività di ricerca» nonché «i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell'Ateneo. Chi non ottempera ai suoi obblighi, rischia una penalizzazione nella ripartizione delle risorse.
RIENTRO DEI "CERVELLI" - La norma permette alle università di assumere professori ordinari e associati o ricercatori tramite la «chiamata diretta» di studiosi «stabilmente impegnati all'estero» o di «chiara fama».
RISORSE - Più soldi per gli atenei virtuosi e per gli studenti meritevoli. Nella ripartizione delle risorse, infatti, sarà considerata la qualità dell'offerta formativa dell'ateneo, così come quella della ricerca scientifica e l'efficienza della didattica. Le università più virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Più soldi anche per il diritto allo studio: 65 milioni di euro, per il 2009, per le residenze universitarie (1700 posti letto in più), mentre al Fondo per le borse di studio andranno 135 milioni di euro in più.
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