Via la quarantena, un aiuto al turismo
I negozianti: «Fate arrivare gli svizzeri»

Da domani le novità previste dall’ordinanza per i paesi Ue e area Schengen - La Germania toglie anche l’obbligo di tampone in ingresso: «Perché l’Italia non fa lo stesso?»

Un primo vero passo in avanti verso il ritorno alla normalità, in primis in campo turistico, si avrà da domani a mezzanotte, quando entrerà in vigore la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che dà il via libera all’ingresso in Italia dai Paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen (leggasi Svizzera) senza più mini quarantena in dote, ma sempre a fronte di un tampone negativo.

Il provvedimento avrà validità anche per il Regno Unito, che rappresenta per il nostro lago uno dei primi tre mercati turistici di riferimento. Per entrare in Italia bisognerà esibire o il già citato tampone negativo molecolare effettuato entro le 48 precedenti o il certificato di vaccinazione oppure, se necessario, il certificato di guarigione dal Covid-19 non antecedente i sei mesi. La notizia è arrivata nel giorno in cui la Germania ha riaperto le porte al turismo degli acquisti nella regione del Baden-Wurttemberg senza obbligo di tampone in ingresso.

Un annuncio che stride con il provvedimento del Governo Italia, anche se al di qua del confine la notizia dello stop alla mini-quarantena in ingresso è stata comunque salutata con favore da amministratori, imprenditori alberghieri e commercianti. «E’ un primo passo e se rapportata al nulla di fatto di questi mesi si tratta di una buona notizia, ma torno su un concetto e cioè che dal Governo mi sarei aspettato più coraggio - fa notare Massimo Mastromarino, presidente dell’Associazione italiana dei Comuni di Frontiera -. Le zone di confine sono in forte sofferenza da mesi e spero che l’Esecutivo possa tornare sulla proposta di lasciare libero accesso nella fascia dei 20 chilometri, sancita dall’accordo del ’74 e dunque universalmente riconosciuta».

Ci saranno da affinare i meccanismi da qui ai prossimi giorni, perché in base ai tre requisiti richiesti dall’Italia, sulla carta, si potrebbe tornare anche in Ticino per il pieno di carburante in presenza di tampone, vaccinazione o guarigione entro i sei mesi, ma qui bisogna capire come si muoverà la burocrazia italiana per dar corso al “Green Pass nazionale”. Il primo banco di prova per il turismo è rappresentato, alla luce della nuova ordinanza del ministro Speranza, dalla festività svizzera della Pentecoste, con il fine settimana lungo tra sabato 22 e lunedì 24 maggio.

C’è grande attesa a Ponte Chiasso per capire quali effetti avrà sulla clientela ticinese la nuova ordinanza che abolisce la mini-quarantena in ingresso in Italia. «Tutto fermo o quasi sino ad oggi, con le restrizioni in ingresso. Grazie ai social teniamo rapporti costanti con la clientela ticinese. Per quanto possibile ci sta salvando l’online - sottolinea Tommaso Giudici, titolare del negozio di calzature “Step Shoes” affacciato su via Bellinzona -. Serve una svolta». Qualche metro più in giù, verso il valico, Lorenzo Gagiardo, titolare della Macelleria Bianchi, conferma che «i clienti ticinesi ci contattano affermando di non vedere l’ora di tornare a varcare il confine. Da troppi mesi, la dogana è chiusa. Mesi durissimi per noi. Bisogna vedere quali effetti avrà l’ordinanza. Siamo pronti a ripartire. Eppure le zone di confine sono state dimenticate».

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