Vittorio Emanuele e il Savoiagate:
chiesto il rinvio a giudizio per tutti

Arriva a una svolta l'inchiesta della procura di Potenza sugli affari del principe Vittorio Emanuele di Savoia. Le accuse ipotizzate, per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, parlano di associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione, falso e corruzione

Torna il "Savoiagate". Il pm di Potenza Henry John Woodcock ha chiesto il rinvio a giudizio di Vittorio Emanuele e di un'altra dozzina di persone. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata "a commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio, in particolare un numero indeterminato di delitti di corruzione e falso".
Vittorio Emanuele di Savoia è accusato di essere stato tra i promotori e organizzatori di una sorta di "holding del malaffare", impegnata nel settore del gioco d'azzardo. La "società avrebbe fatto ricorso  alla corruzione per ottenere specifici "nulla osta" dai Monopoli di Stato per l'installazione di videogames. L'organizzazione, secondo il pm, avrebbe anche favorito operazioni di riciclaggio in alcuni casinò di denaro proveniente da attività illecite.
Tra gli imputati figurano alcuni periti che avrebbero redatto consulenze tecniche compiacenti sulla liceità di alcuni apparecchi di gioco e si cerca d'identificare tre militari della Guardia di finanza che avrebbero preso una tangente per non denunciare fatti penalmente rilevanti.

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