“Young” pronto al via
Martedì l'inserto in regalo

E’ slittata di un giorno l’uscita, gratis con La Provincia, di 48 pagine di informazioni, storie e interviste per orientarsi tra superiori e università

Un guasto alla rotativa de La Provincia ha fatto rinviare a martedì l’uscita dell’inserto dedicato alla rassegna Young.

L’inserto, di 48 pagine, con la grafica accattivante ideata da Antonella Corengia, è interamente dedicato a “Young. Orienta il tuo futuro”, il salone dell’orientamento scolastico e universitario, in programma dal 17 al 21 ottobre a Lariofiere di Erba. La pubblicazione, gratuita, sarà in edicola con il nostro quotidiano lunedì 16. Un appuntamento da non perdere, per la ricchezza dei temi (percorsi formativi, corsi universitari, atenei stranieri, job market, alternanza scuola-lavoro, conferenze scientifiche) e per l’interesse tra giovani & famiglie: si pensi solo ai test di ammissione all’università, di cui raccontiamo le strategie vincenti, o alle certificazioni linguistiche più richieste per conseguire un titolo di studio all’estero. Ecco due contributi di studentesse, di III media e dell’ultimo anno delle superiori, che ci spiegano come si orientano nel loro futuro. Raquel Scamihorn, bilingue, vive a Como e frequenta la terza media; Virginia Pellegrini è studentessa dell’ultimo anno del Liceo Linguistico “Francesco Casnati”. Questo contributo, per ragioni di spazio, è proposto soltanto sul web. Quello di Raquel lo si può trovare, domani, nella doppia pagina dedicata al nostro inserto, comprensiva anche di un’intervista al presidente di Lariofiere, su “Young” e di una riflessione del professor Luca Levrini, dell’Università dell’Insubria dell’Insubria, relatore a “Young”, sulla professione medica.

La studentessa di terza media

Quando si è in terza media la scelta della scuola superiore arriva solo dopo pochi mesi dall’inizio della scuola, di solito nei mesi di gennaio o febbraio, quando sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno. Molto spesso ci si trova davanti al momento fatidico senza avere ancora le idee ben chiare su quale sia la scuola superiore più idonea a noi.

Io mi sono portata avanti, partecipando l’anno scorso ai vari open day delle scuole superiori della mia città e confrontandomi con chi ne sa di più me (professori, genitori, studenti...), per poter capire quale scuola sia più adatta ai miei interessi e studi futuri. La scelta liceale non deve però essere scontata, io sono fortunata ad avere alle mie spalle una famiglia che mi sostiene e consiglia sempre. Con questo sostegno credo di aver preso la giusta decisione per i miei studi. Come tutti i ragazzi all’inizio ero indecisa su quale fosse il percorso da seguire ma, con i giusti consigli penso di aver fatto la scelta migliore per me.

Come ragazza bilingue penso di avere qualche vantaggio rispetto ai miei coetanei monolingua, perché questa fortuna mi porta ad una maggiore flessibilità mentale. Quando ho dovuto scegliere la scuola superiore, ho optato per un liceo. Ho scartato il liceo linguistico, perché, avendo già una certa padronanza della lingua inglese, avrò maggiori opportunità lavorative future senza dover apprendere altre lingue aggiuntive. Sapendo già l’inglese, mi sento fortunata, perché in questo modo ho anche una materia in meno da studiare e così posso dedicare più tempo alle altre materie di studio. Per le materie umanistiche non nutro particolare interesse, quindi ho preferito gli studi scientifici-artistici, artistici. Molte persone mi hanno chiesto come mai io non abbia deciso di frequentare nuove scuole il cui programma è svolto per metà in lingua inglese, ma ritengo che, essendo cresciuta in Italia, la mia educazione debba rispecchiare la ricca cultura di questo Paese. (Raquel Scamihorn)

La studentessa del Liceo Linguistico “Casnati”

C’è chi è fortunato e, divorato da una passione ben precisa, ha sempre saputo cosa avrebbe fatto ‘da grande’. Altri sono un po’ più titubanti. Seguire la voce del cuore o fare scelte più oculate e considerare attentamente gli sbocchi lavorativi? Come possiamo orientarci dunque? Inutile a dirsi è innanzitutto necessario informarsi sulle facoltà esistenti. Per nostra fortuna gli strumenti a nostra disposizione sono innumerevoli. Un primo aiuto è rappresentato dai test psico-attitudinali che ci aiutano ad individuare le nostre inclinazioni. Esistono inoltre test divisi per aree disciplinari, ideali per chi ha già individuato una macroarea di interesse. Ogni scuola mette poi in atto una serie di interventi di orientamento in uscita che spaziano dagli incontri con ex-studenti a quelli con professionisti di diversi settori.

Un ruolo decisivo è comunque svolto dai percorsi di alternanza scuola-lavoro. Presso la mia scuola, il Liceo Linguistico “Francesco Casnati”, l’alternanza si è svolta nell’estate tra la fine della terza e della quarta, per non sottrarre tempo a lezioni e studio, con 200 ore di presenza consecutive al fine di poterci meglio calare nelle realtà di nostra scelta. L’estate successiva, come altre mie compagne, ho accolto l’invito a fare un secondo periodo di alternanza. Personalmente la ritengo un’esperienza utile, ovviamente laddove la scelta della struttura ospitante e delle mansioni da svolgere siano congrue al percorso di studi. Oltre a rappresentare un valido metodo per superare lo scollamento tra mondo della scuola e mondo del lavoro, l’alternanza aiuta a sviluppare quelle che vengono definite ‘soft skills’, ossia le competenze trasversali tanto essenziali in ambito lavorativo: il saper comunicare e relazionarsi con gli altri, la flessibilità, il saper gestire lo stress, darsi delle priorità e conseguire degli obiettivi, imparando a pianificare il lavoro e gestire le risorse. E poco importa se alcune di noi sono giunte alla conclusione che un particolare tipo di lavoro non ci si addice o non ci interessa. Abbiamo comunque acquisito competenze essenziali e una maggior consapevolezza delle nostre capacità e attitudini. (Virginia Pellegrini)

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