Diario da Seoul:
il mito del nuovo

Nel contesto di uno scambio tra HSF by MA, programma di residenza per artisti internazionali, creato da Montrasio Arte a New York e Mongin Art Space, progetto affine, sono partita a fine settembre da Monza per raggiungere la capitale della Corea del Sud. Sono arrivata a Seoul con informazioni vaghe e disparate su quello che mi aspettava: città iper-tecnologica, metropoli-regione dai confini indefinibili, con un numero di abitanti che supera i 22 milioni se si contano le zone e città residenziali ad essa annesse. Sapevo dell'interesse molto spiccato per la moda e il design e di un legame forte e complesso con le proprie tradizioni.

Dopo un viaggio rocambolesco con tappa a Dubai, in pieno jet lag, i primi giorni a Seoul sono stati un vero e proprio shock. Molte le sorprese e le scoperte: la difficoltà quasi insormontabile della lingua si è fatta sentire sin dall'inizio, il nazionalismo fortissimo, l'ilarità e espressività dei coreani e l'attenzione oserei dire ossessiva per l'estetica e il look da parte dei giovani e non solo. Le dimensioni sono davvero impressionanti, avendo vissuto a New York e Parigi pensavo di orientarmi con discreta facilità ma mi sbagliavo! Pochi i punti di riferimento, soprattutto in alcune zone e tra un'uscita e l'altra della metropolitana le distanze sono imprevedibili. I contrasti tra quartieri ricostruiti e quartieri ancora non riedificati sono molto forti. Tutta la città entro pochi anni sarà rivista, la Nuova Seoul, come la chiamano qui, è un simbolo, una chimera inseguita con perseveranza.

Ci sono demolizioni e costruzioni ovunque e da anni la città è un cantiere aperto e il processo sembra non avere fine. Malgrado gli sforzi manca di armonia e di grazia. Le nuove costruzioni, spesso ispirate ad architetture contemporanee e moderne importanti, sono un po' frettolose e il melange di stili e materiali a volte poco felice. La definirei una città pastiche, non “bella” ma interessante, centro di un Paese poco conosciuto all'estero che si differenzia da Cina e Giappone per mentalità, storia e cultura. Per sviluppare un progetto fotografico sul lavoro ancor oggi fatto a mano nella città e nelle vicinanze, mettendo in relazione artigianato di pregio e botteghe metropolitane, sto visitando in lungo e in largo la città di Seoul e alcune zone del Paese.

In questi mesi ho raccolto appunti e impressioni che vorrei condividere sulle pagine de il Cittadino per raccontare aneddoti, curiosità e riflessioni accompagnati da alcune immagini. Ogni intervento si concentrerà su un concetto, un luogo o una riflessione senza la pretesa di svolgere un serio lavoro etnografico ma con l'intento di raccontare quello che sono riuscita a comprendere di questa città e questo Paese che ha grandi e inaspettate similitudini con l'Italia ed è lontanissimo dai cliché che gli sono affibbiati. Un piccolo diario di viaggio di una lombarda cosmopolita in Corea.
Susanna Pozzoli

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