Dalle ali delle beccacce i dati
per una caccia più sostenibile

È in corso da due anni il monitoraggio degli abbattimenti nel Comasco, dall'anno prossimo riscontri incrociati con la Svizzera

(g. mac.) - In chiusura d'anno, fra le somme che si tirano, spicca quella del monitoraggio biennale delle beccacce, in vista di una loro caccia più sostenibile. Sintetizziamo qui di seguito il resoconto fattone dal delegato provinciale dell'associazione di riferimento.

COMO
La stagione di caccia alla beccaccia 2010 - '11 nell'areale del Lago di Como ha conosciuto alti e bassi, corrispondenti ai repentini cambiamenti climatici autunnali che hanno condizionato la migrazione postnuziale della specie. Con il monitoraggio, in corso da due stagioni, si analizzano in particolare i fenomeni del mese di ottobre.

La prima beccaccia che mette piede in territorio italiano lo fa sui contrafforti alpini della provincia di Como. I primi incontri sono datati la prima decade di ottobre (primo giorno il 6) in zona Val d'Intelvi. Soggetti giovani precoci (JC0 - JC1), in prevalenza femmine. La media peso è di 341 grammi in relazione a sei soggetti pesati e sessati (cinque giovani e un adulto) sul totale di undici beccacce conferite dal 6 al 10 ottobre.

È una media peso molto alta, che non giustifica una migrazione tradizionale Nord - Sud o Nordest - Sudovest da Russia e Finlandia: la distanza incide sul peso portandolo ad una media sul Nord Italia intorno ai 290 grammi. Questa media pertanto sembra essere un fattore di conferma di una "migrazione corta" fra Svizzera e Italia, con soggetti che si riproducono in zona.

È vero che ci sono stati siccità ed incendi in alcune aree di Russia, ma se fossero stati uccelli costretti ad un erratismo precoce dovuto alla perdita di cibo, la muta delle piume non sarebbe stata così avanzata (JC0 - 1 - 2), ma avremmo avuto giovani JC3 e JC4. Il nutrimento è determinante per l'avanzamento della muta del piumaggio.

I cacciatori, in prevalenza beccacciai, che hanno aderito alla raccolta delle ali sono stati 69, conferendo in totale 193 ali ben conservate. Dalla lettura di queste ali (nella foto sono evidenziati i punti che si controllano) Drisulta un 70% di giovani rispetto agli adulti. La percentuale di maschi rispetto alle femmine è stata del 45%. Il tutto è in linea con le tendenze internazionali, soprattutto con quella della Svizzera. La prossima stagione verrà redatto il bilancio incrociato su tre anni di osservazioni comuni.
                                                                                  Gianfranco Guidali
         delegato provinciale dell'Associazione per la caccia sostenibile Beccacciai
                                                                                                           d'Italia
Le tabelle del monitoraggio nell'edizione de La Provincia in edicola giovedì 29 dicembre

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