Cani, gatti e anche cavalli
finiscono dallo psicologo

Il cambiamento di abitudini per specie animali che per millenni sono vissute all'aperto, porta anche questi "amici a quattro zampe" ad avere problemi relazionali e comportamentali tanto da richiedere l'intervento di psicologi o farmaci psichiatrici

Specie che si sono evolute in millenni di vita all'aperto è che ora vengono tenute chiuse in casa, come cani e gatti, o nei box dei maneggi, i cavalli, per intere giornate, magari lontani dal padrone.
E così finisce che nella sala d'attesa dello psicologo troviamo anche gli amici a quattro zampe: problemi di comportamento, paura della solitudine e molti sintomi di depressione.
Spiega Luigi Baragli dell'Università di Pisa, specializzato nella ricerca sugli equini: "In natura il cavallo resta per il 60-70% del proprio tempo al pascolo. Con la vita nelle scuderie questo periodo si riduce al 10%, tutto il resto della giornata il cavallo resta nei box. Se si tolgono gli allenamenti si può arrivare a tenerlo 20 ore fermo, al chiuso. Una situazione non naturale che porta a noia e tic nervosi".
Anche cani e gatti hanno i loro problemi: "Oggi si riconosce che hanno una mente e capacità psichiche - dice Angelo Gazzano, ricercatore alla facoltà di Medicina veterinaria - e possono vivere stati di ansia, se lasciati solo per troppo tempo. L'utilizzo dei farmaci psichiatrici, per esempio per la cura dei cani aggressivi, diventa a volte indispensabile".

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