Diario da Seoul/5
Asian games e il lupo

Fine degli Asian Games e il lupo? All'interno di una Jjimjilbang, sauna coreana, luogo frequentatissimo da donne e uomini (in stabilimenti o giorni separati) di tutte le classi e età sono sempre presenti grandi televisori. E' un po' strano trovarsi dentro la sauna secca (stile svedese per intenderci) con un monitor acceso sulle news e vedere pubblicità e programmi scorrere per i quindici minuti suggeriti, nel mio caso per fortuna senza audio. A mollo nella vasca calda piena di bolle, ieri sera ho visto uno spaccato della Corea del Sud in questo sabato 27 novembre davvero particolare e ho potuto ascoltare con l'aiuto della mia fedelissima amica Bo Kim un po' di commenti.

Da venerdì la tensione è salita, la mancata visita del ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha alzato i malumori e le immagini dei funerali dei marines uccisi hanno fatto il giro del mondo insieme ai commenti di Yoo Nak-jun, generale dei Marines che ha dichiarato: «Ripagheremo cento volte, mille volte la Corea del Nord per la brutale uccisione dei nostri soldati che erano l'orgoglio dei Marines». I toni sono accesi e le discussioni complesse. Le immagini dei funerali e delle case distrutte si alternavano in tv a quelle della cerimonia di chiusura degli Asian Games. Luci, maschere, fuochi e colori salutavano atleti e sostenitori riuniti da tutta l'Asia per l'evento. Vincitrice la Cina seguita da Corea del Sud e Giappone…

Cosa succederà? Difficile dirlo. I partiti coreani non sono in accordo e i sondaggi dicono che il 45% della popolazione vorrebbe una reazione forte ai fatti avvenuti martedì sull'isola di Yeonpyeong e auspica una soluzione finale del problema Nord Corea. Il ruolo della Cina è centrale e non si parla d'altro in attesa del riscontro che dovrebbe arrivare questo fine settimana. Interessi economici, problematiche di identità e retaggi storici si mescolano con una complessità difficile da decifrare. La città resta attiva e allegra. Si prepara il Natale, il sole splende e un vento freddo rende il cielo azzurro questa mattina. Il commento forse più interessante che ho sentito ieri è questo: «Da molti anni le tensioni aumentano e rientrano ma i coreani (intendendo Sud Coreani) si sentono ora più forti e stabili. La problematica Nord coreana sta diventando insopportabile e nel Paese tutti sono stanchi di vivere in semiallarme, di dare due o tre anni della propria vita per il servizio militare. E' una piaga che toglie energie e potenziale al Paese. La Corea del Sud sente di potersi imporre internazionalmente solo se liberata dalla minaccia che incombe dal nord. La gente ipotizza qui che gli armamenti del nord siano obsoleti, quelli nucleari da verificarsi (malgrado le notizie non rassicuranti che giungono) e molti pensano che una guerra potrebbe liberare una volta per tutte la Corea del Sud da questo “ingombro”. Nessuno vuole una guerra. Sarebbe negativa per l'economia, per la gente, per tutti, ma anche continuare così non è possibile e molti coreani vogliono uscire da questa situazione a costo di pagare delle conseguenze drammatiche. Nessuno sa quello che succederà. Sappiamo però che per scatenare una guerra, vera, reale, con vittime e battaglie basta poco: una causa scatenante che si aggiunge a tensioni protratte, alleanze storiche che sostengono i due paesi, interessi economici e politici: il terreno è fertile… Potrebbe succedere e se succederà arriverà in fretta.»

Dopo un body scrub meticoloso, un ultimo bagnetto in una vasca calda in esterno, io e Bo ripartiamo alla volta di una zuppa di pesce fumante con radici e verze, germogli di soia e zenzero. Stanca e pensierosa dopo tutti questi discorsi e queste immagini mi addormento serena nel mio studio. Questa mattina un sole meraviglioso illumina la stanza e gli uccellini dal giardino canticchiano. Non mi sembra l'inizio di una giornata drammatica e inizio a lavorare con calma e ottimismo: oggi selezione negativi dal progetto Handmade in Seoul. Per un serio approfondimento consiglio di visitare con regolarità The Korea Times: www.koreatimes.co.kr e The China Post: www.chinapost.com.tw.
Susanna Pozzoli

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