Samanà: l'altra
Santo Domingo

Una vacanza a suon di musica, spensierata, nella natura, sulle ali di spiagge paradisiache e di un mare da sogno, percorrendo una rotta alternativa. Siamo nei Caraibi, nella Repubblica Dominicana, che molti italiani conoscono come Santo Domingo e per i resort della costa est, Punta Cana in primis.

Ma il nostro obiettivo è la penisola di Samanà nel nord-est del Paese. Da un turismo di massa, all'insegna dell'all-inclusive all'ecoturismo, a una dimensione ancora parzialmente incontaminata. Sempre spiagge bianche e acqua dell'oceano di tutte le sfumature immaginabili che spaziano dal verde al blu, ma anche la possibilità di abbinare a un soggiorno balneare escursioni naturalistiche uniche, come quelle al parco nazionale Los Haitises e al Salto del Limon, senza scordare la chicca dell'osservazione delle balene da gennaio a marzo (la stagione secca e dunque ideale per una vacanza va da dicembre a maggio).

Quel che colpisce della Repubblica Dominicana è la rilassatezza, il potersi concedere una vacanza easy in assoluta sicurezza. Una ong britannica ha stilato una classifica delle Nazioni più felici del mondo in base a un indice di benessere sostenibile e la Repubblica Dominicana risulta in seconda posizione. Non sappiamo quanto la classifica sia reale, ma indubbiamente la sensazione è quella di un Paese e di un popolo che sa godersi la vita senza stressarsi.

La Romana a sud-est è il punto d'arrivo del volo charter. Sarebbe una tappa secondaria se non fosse per la visita a El Artistico, una rinomata officina dove si forgia il metallo a mano e si creano lampadari, cancellate, tavolini e sculture gigantesche, tutti pezzi unici davvero originali. Ai cinefili ricordiamo che nei dintorni di La Romana, e precisamente sulle rive del fiume Chavon, sono state girate diverse scene del mitico film «Apocalipse Now» di Francis Ford Coppola.

Una scappata a Santo Domingo è irrinunciabile, con la sua città coloniale di stampo europeo nella quale Cristoforo Colombo è di casa, la sua cattedrale, la chiesa più antica d'America tuttora in funzione, i suoi negozi di ambra e di sigari, i suoi ristoranti e la sua cucina in cui si fondono magnificamente influenze taino, creole, africane ed europee. Il piatto nazionale dominicano è la bandera: riso bianco, fagioli rossi, stufato di carne, insalata e frittura di plantano. Santo Domingo è la capitale americana della cultura 2010.

E la Casa de Teatro, fondata nel 1974 con lo scopo di favorire uno spirito indipendente e innovatore, ne è una bandiera. Un palazzo nella città coloniale che è la palestra e la rampa di lancio per giovani artisti, qualsiasi sia la loro sfida culturale. Freddy Ginebra, istrionico mecenate e anfitrione, è il cuore e la mente della Casa de Teatro che ha al centro un piccolo palcoscenico per concerti e rappresentazioni teatrali con due piani per il pubblico e un bar.

La costa sud è separata da quella nord dalla Cordillera oriental, dal 2008 c'è un'autostrada che collega Santo Domingo alla penisola di Samanà in meno di due ore, dal mar dei Caraibi si salta all'oceano Atlantico, mentre da La Romana il percorso è più lungo e accidentato. Per chi ama le strade secondarie e l'avventura, ci sono rocamboleschi saliscendi in collina tra la natura rigogliosa con il mare in lontananza.

Sanchez, a sud della penisola, è un grande villaggio sonnolento dove la vita scorre placidamente, da siesta continua. E Sanchez è il punto di partenza delle lancie per le escursioni via mare al parco nazionale di Los Haitises, accessibile anche via terra. Il parco è famoso per i suoi isolotti (mogotes) a forma di panettone che emergono dall'acqua circa 40 metri e sono popolati da 110 specie di uccelli, tra aironi, pellicani e fregate, dalla fitta rete di mangrovie, le più estese dei Caraibi, e da una serie di grotte con incisioni rupestre delle popolazioni precolombiane (indios taino).

Un'escursione per naturalisti appassionati di flora (ci sono 700 specie di piante) e fauna (la regina è la tartaruga liuto che può pesare quasi una tonnellata), anche se i riflettori popolari si sono purtroppo accesi anche qui: si è infatti girato il reality «L'isola dei famosi».

Non le abbiamo viste perché eravamo fuori stagione, ma da gennaio a marzo diecimila megattere si danno appuntamento nella baia di Samanà per accoppiarsi e riprodursi in acque tranquille dopo aver trascorso l'estate ad alimentarsi e ad accumulare scorte di grasso nei ricchi banchi del nord del globo. Ed è un must il tour per ammirare da vicino i più grandi mammiferi del mondo nei loro salti prodigiosi.

Nemmeno Las Galeras, a est della penisola, è da nottambuli, la vita è concentrata in un'unica strada polverosa. Si può sorseggiare un cocktail in un bar di tendenza osservando il via vai di quello che è un umile villaggio di pescatori. Sono però degni di nota un ristorante collettivo sulla spiaggia e soprattutto El Cayito, la classica isoletta da cartolina.

La gita in barca a motore da Las Galeras a Playa Rincon offre una serie di spiagge appartate e di splendide ville in stile vittoriano seminascoste nella vegetazione tropicale e che si affacciano sull'oceano: molte si possono affittare. Playa Rincon è indimenticabile, da favola, una chilometrica e isolata spiaggia bianca, con sullo sfondo rilievi collinari, palme e una fila di sdraio che attende i fortunati escursionisti di giornata. C'è un ristorantino gestito da una coppia italo-dominicana dove si può gustare un'aragosta, bere una «pequena ben fria», ovvero una birra piccola, e rilassarsi su un'amaca. E pensare magari a quando la baia di Samanà era un covo di pirati. Un paradiso a rischio, considerato che c'è un progetto per la costruzione di un resort. La speranza è che sia a basso impatto ambientale.

Ancora in mare, stavolta in catamarano per un'escursione nella baia di Samanà. Sull'imbarcazione c'è allegria, merito del rum, della musica e dei corsi improvvisati di salsa e merengue. La gemma è Cayo Levantado, un'isoletta coreografica sulla quale sorge un'unico albergo, della catena Bahia Principe, un cinque stelle lusso. La vista dall'alto (eloquente la fotografia principale dell'articolo) è spettacolare. Se non si soggiorna nell'hotel ci si viene soltanto per qualche ora di relax e per un bagno nelle acque calde in uno scenario sfolgorante.

Las Terrenas, nella cui area si sta diffondendo il kitesurf, lo sport acquatico con tavola e vela da paracadute, conserva sempre la caratteristica del villaggio, ma ha un briciolo d'atmosfera bohemien e modaiola, ed è turisticamente sviluppata, con servizi, supermercati, caffè, locali notturni, negozietti di qualità per i souvenirs e gallerie d'arte. Vi risiedono numerosi europei, tra cui italiani.

Abbiamo prima accennato alla musica e al ballo. In Repubblica Dominicana ogni momento libero è l'ideale per improvvisare qualche passo di salsa, bachata o merengue, magari in strada con l'accompagnamento musicale di chitarra, tamburo e güira, uno strumento a forma di grattuggia cilindrica in lamierino d'ottone metallico, che il suonatore «strofina» con una lunga bacchetta. È diventata una consuetudine, per la popolazione locale, darsi appuntamento nei car wash, parliamo di autolavaggi, per ballare in spazi che di sera sono liberi.

Se il merengue è la danza più popolare, il «ritmo nazionale» da ballare e ascoltare a tutto volume, la bachata, originaria della Repubblica Dominicana, è più romantica e adatta al ballo in coppia. Altilis (www.altilisgroup.com) è specializzata in vacanze all'insegna dell'avventura che includono corsi di ballo.

Dal ballo al cavallo. Il giorno dopo si indossano gli stivaloni: ci attende il Salto del Limon, una cascata alta circa 40 metri immersa in una foresta tropicale in collina. La si raggiunge con un'impervia passeggiata a cavallo di circa 40 minuti su una mulattiera, attraversando corsi d'acqua e la foresta, e una scarpinata di una ventina di minuti a piedi. E una volta lì non ci si può esimere dal bagno sotto la cascata, è come nuotare in una piscina naturale.

L'intensa giornata si conclude con un tour in quad tra le piantagioni di caffè, e non solo: canna da zucchero, piante di cacao e mango. Si entra a diretto contatto con la vita di campagna. Ci fermiamo in una piccola azienda e, con il caffè, gustiamo fettine di banana abbinati a miele e cacao a pezzettini, una prelibatezza. Fuori dalle tipiche case dominicane di legno dipinte in colori variopinti, giovani con bigodini enormi si concedono timidamente all'obiettivo del fotografo.

L'ente del turismo della Repubblica Dominicana è a Milano in Piazza Castello 25 (telefono 02.8057781, sito internet www.godominicanrepublic.com).

Marco Sanfilippo

© RIPRODUZIONE RISERVATA