Basilea e Winterthur
fra musei e scienza

Svizzera: tanto vicina e, incredibilmente, tanto “lontana”. La Confederazione, forse proprio per il fatto di essere sull'uscio di casa (soprattutto per chi vive in Lombardia), non rientra fra le mete per una vacanza a meno che non si tratti di settimane bianche o di qualche gita fuori porta nei Grigioni piuttosto che nel Canton Ticino.

Peccato, perché la Svizzera nel suo piccolo è in grado di offrire tutto: dalle vacanze naturalistiche grazie ai suoi laghi e alle sue montagne, a quelle storico-culturali. I musei e le pinacoteche sono autentici scrigni d'arte in grado di soddisfare anche i palati più raffinati, ma ciò che sorprende andando alla scoperta della Svizzera è la facilità con cui si possono raggiungere le varie mete praticamente senza sforzo. Un turista può tranquillamente scordarsi l'automobile in garage e, partendo da Milano, può raggiungere ogni meta della Confederazione poi, una volta a destinazione, una efficiente rete di mezzi pubblici lo porta ovunque. Ma non è tutto perché tram e bus sono gratis.

Grazie alla formula Swiss Pass, infatti, il biglietto del treno è documento valido per viaggiare su tutti i mezzi della Confederazione. Lo Swiss Pass (www.swisstravelsystem.com)¬ il cui costo parte da meno di 200 euro in seconda classe e da una validità di tre-quattro giorni ¬ offre una vasta gamma di possibilità al turista: oltre ai mezzi pubblici gratuiti in 41 città, l'ingresso gratuito in 400 tra musei e pinacoteche (www.museumspass.ch) sconti su linee ferroviarie di montagna e in numerosi alberghi.

Da Milano a Basilea in tre ore

Una delle mete particolarmente interessanti della Confederazione è sicuramente Basilea. La città sembra un poggio affacciato sul Reno: il grande fiume che dalla Svizzera – dove nasce nel Cantone dei Grigioni - comincia la sua lenta marcia che lo porterà a tuffarsi nel Mare del Nord dopo 1.326 chilometri. Basilea, città unica nel suo genere e crocevia di culture, essendo all'incrocio dei confini di tre stati (Svizzera, Germania e Francia), affonda le sue radici nell'Impero Romano e all'interno dell'imponente palazzo del Municipio una statua rende omaggio al generale romano Munazio Planco fondatore della città. Dalla torre dell'edificio, realizzato in arenaria rossa e più volte ampliato nell'arco di cinque secoli, è possibile ammirare un suggestivo panorama della città. Basilea, che a buon diritto è una delle capitali europee della cultura, oltre a offrire scorci e vedute di rara bellezza “sposa” sapientemente architetture antiche e modernità. Uno degli angoli più suggestivi è sicuramente la grottesca fontana di Tinguely sulla Steinenberg. A poche decime di metri ecco l'Historiches Museum ospitato nella ex chiesa dei Francescani. Sotto le volte gotiche calici, dipinti, sculture e arazzi raccontano la storia della città. Da una chiesa all'altra da una trasformata in museo a una in funzione: il Münster – la cattedrale – dalla massiccia facciata in arenaria rossa e dal maestoso interno a cinque navate. Dove tra bassorilievi e sculture, ci sono il sarcofago della regina Anna d'Asburgo e quelli di vescovi, mentre una lapide ricorda Erasmo da Rotterdam morto a Basilea nel 1536. Ma le sorprese di Basilea non terminano qui. A qualche centinaio di metri c'è il Kunstumuseum fondato nel 1662. All'ingresso il visitatore è accolto dal gruppo bronzeo “I borghesi di Calais” di Rodin: una sorta di “aperitivo” di quanto troverà nel Museo. Nelle sale è un succedersi di quadri che hanno fatto la storia della pittura. Tra gli altri i nomi di Van Gogh (Giardino a Daubigny, Autoritratto, Montmartre), Gaugain (Ta Matete, Nafea), Monet (Crisantemi, Boulevard de Pontoise ad Argenteuil), Cezànne, Chagall (La caduta dell'angelo), Picasso (Arlecchino seduto, Donna sul divano) e Renoir (Donna con guanti, Gabrielle) si alternano alle pareti accompagnando quasi per mano il visitatore da un'emozione all'altra.

Winterthur città della fotografia e della tecnica

Un paio d'ore di treno ed ecco un'altra prestigiosa collezione al Sammlung Oskar Reinhart “Am Römerholz”. Siamo a Winterhur cittadina di 86 mila abitanti nel Cantone di Zurigo. Vista dalle colline che la circondano sembra un'isola nel verde che si perde in lontananza arrampicandosi sui rilievi. La collezione Reinhart fu donata al governo svizzero dopo la morte del collezionista ed è ospitata a Villa Römerholz immersa nel verde appena fuori dalla città. Si spazia dagli italiani Jacopo Bassano (Adorazione dei pastori) e Guardi (Riva degli Schiavoni) a Brugel il Vecchio (Adorazione dei Magi sotto la neve), dal romanticismo francese di Delacroix (Morte di Ofelia) al realismo francese di Daumier (I fuggitivi) per arrivare all'apoteosi dell'impressionismo con Pissarro, Degas, Sisley, Monet (La debacle), Manet (Al caffè), Renoir (Piante di serra) e Cézanne (Il castello nero) e concludere il “viaggio” con i capolavori di Gauguin (I tetti blu), Van Gogh (L'ospedale di Arles) e Picasso (Ritratto di Mateu F. de Soto).

Ma Winterhur non è solo la collezione Reinhart, nella cittadina si può riscoprire il piacere di girare in bicicletta e in piena sicurezza. Alla modica cifra di 5 franchi al giorno - tramite Winterthur Turismo o direttamente alla stazione ferroviaria - si possono noleggiare le bici elettriche e raggiungere, per esempio, il Museo della fotografia ricavato in ex fabbriche dimesse oppure fare un tuffo nella scienze e nella tecnica al Technorama dove i visitatori possono avvicinare il mondo scientifico sperimentando direttamente i fenomeni naturali. Si può anche imparare a fare il cioccolato partendo dai chicchi di cacao. Un modo ludico per avere la scienza realmente a portata di mano. Chi invece preferisce scoprire altri bellezze artistiche può fare un salto al Museum Briner and Kern dove cè una delle più belle e ricche collezioni di miniature: oltre 500. Il viaggio potrebbe continuare per monti, valli, laghi e città ma questo assaggio è più che sufficiente per smentire chi vede nella Svizzera solo banche o l'orologio a cucù. Chi ne parla così probabilmente, non ha mai varcato la sbarra di Ponte Chiasso.

Mino Carrara

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