Pranzi di lavoro e fuori casa
Si diventa grassi e più deboli

Studio americano rivela che chi non mangia a casa durante la sosta ha un indice di obesità maggiore e ha meno vitamine nel sangue oltre a un ridotto apporto di colesterolo buono

Il rischio per chi pranza spesso fuori casa è di ingrassare e sviluppare carenze vitaminiche.

Infatti uno studio pubblicato sull’International Journal of Obesity svela che coloro che usano pranzare fuori - per esempio in pausa pranzo durante la giornata di lavoro - hanno un indice di massa corporea (IMC - parametro per stabilire se si è in condizioni di sovrappeso-obesità) maggiore e presentano concentrazioni ridotte di alcune vitamine nel sangue (specie la C e la E), nonché di colesterolo buono.

Lo studio è stato condotto da Ashima Kant del Queens College, City University of New York.

In passato altri studi hanno dimostrato che i pasti consumati fuori casa sono spesso meno nutrienti e meno genuini, troppo calorici, troppo ricchi di grassi, poveri di frutta, verdura e cereali integrali. Ma finora mancava un lavoro che andasse a valutare potenziali effetti sulla salute del pranzo fuori casa.

Gli esperti hanno coinvolto 8.314 partecipanti tra 2005 e 2010; hanno raccolto informazioni sulla frequenza con cui ciascuno pranzava fuori casa e poi li hanno visitati misurando altezza e peso, calcolando l’IMC, misurando con un prelievo di sangue concentrazioni di colesterolo e vitamine nel plasma.

E’ emerso che a parità di altri fattori, chi mangia spesso fuori ha un IMC maggiore e concentrazioni ridotte di colesterolo buono, vitamine C ed E nel sangue.

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