Addio alla plastica
Vaschette food
solo biodegradabili

Tre anni di ricerca e 100mila euro investiti. L’impresa di Como Mirtilla Bio ha deciso di puntare su un derivato del mais

Prodotti gastronomici confezionati con vaschette, sacchetti e film protettivi compostabili, nel massimo rispetto dell’ambiente. Questa la nuova sfida di Mirtilla Srl, una delle prime realtà a portare a Como, all’inizio degli anni duemila, l’alimentazione biologica con il primo negozio in via Borsieri. Oggi, con un ampio laboratorio a Grandate e quattro punti vendita in partecipazione con il marchio Natura Sì, continua a promuovere la sostenibilità introducendo il confezionamento compostabile degli alimenti, vale a dire contenitori, sacchetti e film realizzati con materiali derivanti da sostanze organiche e composti sintetici che, mediante l’attività enzimatica dei microorganismi, una volta utilizzati, si estinguono senza lasciare traccia nell’ambiente. Grazie a questa innovativa conversione, i prodotti di panetteria, gastronomia e pasticceria vengono confezionati con materiali sostenibili e torte salate, pane dolce, crostatine, grissini, biscotti e piatti pronti preparati nel laboratorio di Grandate possono conservare gusto e freschezza senza dover scendere a compromessi. «Ciò che da sempre guida la nostra produzione alimentare biologica è il rispetto della salute delle persone e dell’ambiente. Pertanto, abbiamo scelto di occuparci anche del confezionamento dei prodotti che, data la quantità di plastica coinvolta, necessitava di un intervento, di una scelta diversa. Oggi, dopo una lunga ricerca, ci siamo riusciti e stiamo ulteriormente procedendo nello studio di nuove soluzioni» spiega Gianni Loberti, chef esperto di alimentazione biologica e fondatore di Mirtilla Srl.

Il percorso

Ci sono voluti ben tre anni di ricerca e un investimento di circa centomila euro per la conversione al food packaging compostabile, ma i risultati, in termini di risparmio di plastica, parlano chiaro se si pensa che prima l’azienda utilizzava circa 14.500 vaschette all’anno e diversi rotoli di bobine ogni mese per confezionare gli alimenti, per un totale di circa una tonnellata di plastica all’anno. Grazie ai nuovi investimenti effettuati, tutta la plastica sarà totalmente sostituita con contenitori in Pla, l’acido polilattico costituito da un polimero derivante dal mais, grazie al quale è possibile ottenere un materiale per il confezionamento totalmente biodegradabile.

Gli ostacoli

Esistevano già contenitori biologici e riciclabili, ma la difficoltà è stata quella di raggiungere la compostabilità, vale a dire l’assenza di residui nell’ambiente dopo lo smaltimento, tenuto conto che quanto utilizzato per confezionare gli alimenti deve garantire alcune caratteristiche: una buona consistenza per essere manipolato senza problemi da operatori e consumatori, sicurezza sotto il profilo della conservazione, trasparenza per permettere la visibilità del prodotto e la totale assenza di odori sgradevoli, aspetto piuttosto critico se si pensa a quello tipico dei sacchetti derivati dal mais, in questo caso superato grazie alla presenza anche di altre fibre vegetali.

Determinante è stato il lavoro di gruppo. «Come laboratorio che prepara cibi biologici, da sempre collaboriamo con istituti di ricerca e università milanesi, ai quali, in questa circostanza, si sono aggiunti anche alcuni produttori di materiali per il confezionamento alimentare. Dopo test, prove nel tempo e continui aggiustamenti, abbiamo raggiunto risultati soddisfacenti e stiamo già progressivamente sostituendo le vecchie confezioni con quelle compostabili che sono differenti in funzione del contenuto. Inoltre, abbiamo dovuto modificare e ritarare le nostre macchine confezionatrici affinché fossero adatte ai nuovi materiali più delicati, ma comunque sufficientemente solidi, rispetto alla plastica» sottolinea Loberti.

A brevissimo, saranno introdotte anche le etichette compostabili e così, dopo aver acquistato, scartato e gustato le delizie confezionate con materiali innocui e rispettosi, l’ultimo gesto da compiere sarà amico dell’ambiente perché ciò che resta dell’involucro dovrà essere semplicemente destinato al contenitore dell’umido.

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