Stonerook spiega tutto
Non ho aggredito nessuno

"Volevo solo spaventare la persona che ha agitato contro di me un giaccone colpendomi ripetutamente"

Il mortificante epilogo non è stato certo all'altezza degli avvincenti 40 minuti del match. L'episodio l'abbiamo anticipato ieri; oggi proviamo a ricostruirlo, integrandolo con la versione dell'accaduto fornita da un protagonista, ovvero Shaun Stonerook, l'ex giocatore (e che giocatore!) canturino ora capitano della Mens Sana. «L'incontro si era appena concluso - rammenta - ed essendo stato sorteggiato per l'antidoping (unitamente a Rakovic, Green e Ortner, ndr) non sono potuto rientrare negli spogliatoi». In effetti, il regolamento impone che le “operazioni” si debbano svolgere nell'immediato. Ebbene, sabato sera si è preferito non attendere il deflusso del pubblico e i giocatori sono stati invitati a raggiungere subito la sala dell'antidoping. Che, particolare non trascurabile, al Pianella è dalla parte opposta rispetto alle panchine e dunque per arrivarci occorre attraversare il campo. Stonerook (molto spesso “beccato” dai tifosi canturini durante la gara e altresì fatto oggetto di fischi e qualcuno sostiene anche di sputi qua e là nel corso della partita), durante questo tragitto viene accompagnato dal responsabile della sicurezza della Mens Sana nonché scortato da alcuni carabinieri. «Giunto all'altezza del parterre - ricorda Shaun - dal settore dei “numerati” appena sopra si affaccia un inferocito spettatore agitando un giaccone con il quale mi colpisce ripetutamente. Io faccio un balzo sulla balaustra verso di lui al solo scopo di spaventarlo, venendo peraltro trattenuto dal mio compagno di squadra». Non ci sarebbe stato contatto come confermerà più tardi il responsabile della sicurezza senese, puntualizzando: «Si è trattato del gesto di una persona isolata, gli altri spettatori lì attorno non solo l'hanno trattenuto fisicamente ma l'hanno pure preso a male parole, dissociandosi dall'episodio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA