Sport
Giovedì 09 Giugno 2011
Il Rugby Como cambia coach
Proia passa la mano a Rubei
Dopo sette anni lascia lo storico allenatore: "Mi dedicherò all'attività di propaganda nelle scuole"
E, adesso, - anche se il cambio si sarebbe dovuto già verificare dodici mesi fa -, la decisione di farsi da parte. «Dopo sette anni le parole sono sempre le stesse - il pacato commento del 45enne tecnico romano - e gli stimoli, sia per me che per loro, minori… Il ciclo si è concluso ed era giusto smettere. Ora mi dedicherò all'attività di propaganda nelle scuole, ho in mente di ampliare il progetto dei Giochi sportivi studenteschi ad altre zone della nostra provincia».
Due nomi da fare… «Antonio Tusei (fiduciario provinciale della Federugby, anche se ancora per tre mesi, ndr), senza il quale non si sarebbe fatto niente e il capitano Stefano Sberna, una grande persona ancor prima di essere un ottimo giocatore».
Un aneddoto... «Prima che inizi un allenamento in via Acquanera, sette anni fa, viene giù il diluvio universale. Mi reco al campo con l'ombrello e penso di mandar via i ragazzi. Arrivo e tutti e 22 sono in campo che giocano nel fango e tra i sassi. E penso… “Ma questi sono più matti di me…”. Mi sono cambiato e li ho allenati. Senza ombrello…».
Un cruccio…
«Il terreno di gioco, naturalmente, che ancora non c'è. La realtà ha superato ogni fantasia, non è quella di Como l'Amministrazione del fare…».
Un orgoglio… «Maria Magatti nel movimento femminile, che dai banchi di scuola del liceo classico “Volta” è arrivata a giocare in nazionale».
E come si evince, un'eredità “pesante” attende il nuovo tecnico Rubei («Di nome faccio Fernando Riccardo, ma sono Riccardo per tutti»). E il primo a rendersene conto è proprio lui… «Mi sento pronto, anche se non sarà facile sostituire Proia, il problema è conoscere il gruppo e resettare questi ragazzi dopo tanto tempo passato con Armando».
Classe 1960 e nativo de L'Aquila, dove ha giocato nelle categorie giovanili, Rubei “vanta” una sola apparizione in panchina con la squadra seniores comasca - a Parabiago - quando l'incontro finì zero a zero, risultato stranissimo nel rugby.
Il suo “credo”… «Pressing e agonismo, quello sano però - tiene a sottolineare. In più prediligo un gioco continuo, con poche pause». Buon lavoro…
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