Scommesse, parla Bressan:
"Sono stato un ingenuo"

L'ex giocatore del Como dà la sua versione sulla vicenda che lo vede coinvolto. Un ampio servizio venerdì su "La Provincia"

COMO - "Il mio errore? Forse quello di non accorgermi di quello che si dicevano per telefono Bellavista e Gegic. Sì, li avevo messi in contatto io. Potevo pensare che ci fossero di mezzo delle scommesse, ma non che ci fosse qualcosa di irregolare".
L'ex giocatore del Como Mauro Bressan in conferenza stampa al fianco del suo avvocato, il comasco Roberto Vitali, ha raccontato la sua verità dopo la
revoca degli arresti domiciliari. Nei suoi confronti resta l'accusa di partecipazione in associazione a delinquere "ma sono assolutamente tranquillo. Io come altri amici, tra cui ex calciatori alcuni dei quali sono stati tirati in ballo in questa vicenda, altri no, scommettevamo tramite Bellavista, che ha un'agenzia di scommesse. Ci arrivava ogni tanto qualche "chicca"
su qualche partita, questo sì. Ma spesso ci siamo cascati, nel senso che le cose non andavano poi così. Di soldi ne ho persi pure io un bel po'. Era un gioco, perlomeno per me, ma credo anche per altre delle persone coinvolte".
Una vicenda, secondo Bressan, che ha assunto proporzioni eccessive. "C'era chi millantava, come si è visto, e alcuni ci sono cascati. Io al giudice ho spiegato tutto, senza alcuna difficoltà. Non ho nulla da nascondere,
tantomeno ho mai avuto contatti diretti nell'intervenire sui risultati delle partite. Giocavo, come tanti. E sono tutte giocate regolari, è dimostrabile. A volte vincevo, a volte perdevo. Ora no, non scommetto più. Anche perché mi sono appena diplomato direttore sportivo, e spero di trovare una squadra presto. Tornerò a essere un tesserato, delle scommesse non mi importa molto. Anche se voglio che si faccia chiarezza sulla mia posizione e su quella di tutti. Ma, ripeto, limitatamente a questa vicenda mi pare che più che un'associazione a delinquere ci sia stato molto millantare e molta ingenuità".

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