Sport
Venerdì 30 Settembre 2011
Marzorati: "Il Coni
non tagli le sue province"
Il presidente del Comitato regionale contro l'ipotesi portata avanti da Petrucci: "Impensabile gestire tutto da Milano e non vedo neppure grandi risparmi, solo danni per lo sport locale"
Non usa mezze misure Pierluigi Marzorati, presidente del Coni Lombardia. «Tutti sappiamo quanto sia difficile la situazione economica attuale - attacca il canturino numero uno del Coni regionale - ma non vedo come si possa sostituire la rete attuale dell'attività promozionale portata avanti dai comitati provinciali, che sono inseriti nelle realtà locali. L'abolizione totale significherebbe sopprimere apparati che si sono sempre dimostrati efficienti e propositivi, quindi vanificare tutta la progettualità locale, che è il motore della crescita educativa e sportiva».
Si spieghi meglio. «E' semplicissimo: non vedo come possano la sede centrale di Roma, né tanto più i comitati regionali, gestire al meglio l'attività che quotidianamente svolgono tutti gli apparati organizzativi, ben radicati sul territorio, nei rapporti con i dirigenti ed i tecnici delle società sportive, che portano avanti la promozione delle varie discipline, sia con le amministrazioni comunali e le scuole. Immaginate un presidente di società o un suo delegato, che sia costretto a venire a Milano o andare addirittura a Roma per risolvere un problema che normalmente potrebbe sbrigare nella sede provinciale».
Si parla di una "scure" imposta dalla mancanza di soldi? «Il che è tutto da verificare. Bisogna, infatti, vedere cosa effettivamente si risparmia a cambiare sistema. Il personale andrebbe, comunque, assorbito in altre strutture. Ma, così a prima vista, mi pare che il gioco non valga la candela, per almeno due motivi principali. Innanzi tutto perché i contributi che arrivano da Roma sono sempre stati, e lo sono tanto più ora, una minima parte del sostegno all'attività dei Comitati provinciali, mentre la gran parte delle risorse vengono reperite sul territorio, grazie agli sponsor privati, alla collaborazione delle amministrazioni comunali ed attualmente anche della scuola, nel promuovere le manifestazioni sportive. Altro aspetto non trascurabile è quello del volontariato, che per il fatto di agire sul territorio, vede tanti individui, tecnici e non, operare entusiasticamente a fianco del personale dipendente delle sedi provinciali, peraltro ridotto all'indispensabile».
Come se ne uscirà? «Non saprei. Aspetto che Roma proponga un progetto alternativo, che possa funzionare, perché la soppressione pura e semplice dei Comitati provinciali sarebbe proprio assurda e significherebbe cancellare con un colpo di spugna quanto si è stato costruito anno dopo anno sul territorio, annullando ogni possibilità di crescita futura».
Quali le alternative? «Una soluzione potrebbe essere l'accorpamento di più province. Staremo a vedere».
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