Sport
Giovedì 22 Marzo 2012
La Bennet si lecca le ferite
«Ma la zona sarà l'arma in più»
La sconfitta di Cantù all'Adriatic Arena contro la Scavolini dovrà essere ora metabolizzata dalla squadra biancoblù che per la prima volta quest'anno ha usato per un lungo periodo la difesa a zona. Le considerazioni di Markoishvili
Il giorno dopo la caduta della Bennet a Pesaro, contro la Scavolini dell'ex coach canturino Luca Dalmonte, Manuchar Markoishvili si è affidato per un paio d'ore alle cure di un dentista. «Normale amministrazione - spiega il georgiano - e di certo mi ha provocato più dolore il ko con la Scavolini che non l'intervento nella mia bocca».
All'Adriatic Arena, intanto, per la prima volta si è vista Cantù difendere per così tanti minuti a zona. Gli ultimi 13' della sfida. Una zona 2-3 che si è resa indispensabile per dare una scossa dopo che gli ospiti erano finiti sotto di 14, oppure una mossa indotta dal fatto che molti giocatori brianzoli fossero in campo con quattro falli? Sentiamo la lettura di Markoishvili. «Premetto che la zona era stata prevista nella preparazione alla partita qualora avessimo dovuto cambiar ritmo alla gara. Poi la nostra complicata situazione falli ha fatto il resto. Insomma, ritengo si sia trattato del concorso di entrambi i fattori».
Anche a Pesaro eravate privi di Cinciarini e Basile: che si perde la Bennet senza di loro? «L'aggressività difensiva del Cincia e la capacità di saper sempre fare qualcosa di buono quando conta che è tipica del Baso. Ma la loro assenza non deve rappresentare per noi una scusa».
Una curiosità: per la prima volta da quando è a Cantù (102 partite giocate) Leunen non ha realizzato canestri su azione (a Pesaro 0/4 da 3 punti, nessun tiro da 2 in 37'). I 2 punti realizzati (2/4 dalla lunetta) eguagliano il suo minimo stabilito quest'anno in Avellino-Bennet 63-72 (1/1 da 2, 0/3 da 3 in 31').
Leggi il seguito dell'intervista e gli approfondimenti nell'edizione de La Provincia in edicola venerdì 23 marzo
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