A Wise non piace il sintetico
Ma il progetto resta quello

Dal suo punto di vista, cioè di plenipotenziario della attività di campo del Calcio Como, il prato naturale è meglio

Abbiamo un problema, Houston. Il nuovo responsabile dell’area tecnica del Como avrebbe avanzato perplessità sulla posa del campo sintetico allo stadio Sinigaglia. Dal suo punto di vista, cioè di plenipotenziario della attività di campo del Calcio Como, il sintetico sarebbe una scelta sbagliata. Ed è normale che la pensi così. Wise arriva dall’Inghilterra, dove c’è la cultura dei campi perfetti in prato. Il “prato all’inglese” è addirittura un modo di dire. E cosa doveva pensare Wise?

Quella del campo sintetico è una scuola più di tipo americano, e infatti era stata (ed è) avanzata dal Ceo Michael Gandler. Wise sa perfettamente (o almeno è normale che lo sappia), però, che dietro alla vicenda del campo sintetico si apre un mondo, fatto di strategie e di prospettive. Wise ha storto il naso sul sintetico proprio quando la società aveva strappato il sì dal Comune sulla posa del campo artificiale, e alla conseguente concessione di 12 anni. Dunque una specie di Breccia di Porta Pia dal significato molto più ampio del semplice cambio di tipo di terreno. Era scesa in campo la tifoseria, il sintetico era diventato un simbolo, una spallata a una certa maniera di trattare i rapporti tra società di calcio e proprietario dello stadio. E faceva immaginare (anzi fa, usiamo ancora il tempo presente) una accelerazione verso il famoso “progettone”. Possibile che adesso venga messo tutto in discussione? Possibile che adesso, in virtù di un parere tecnico seppur determinato, venga ridiscusso tutto? Al momento la risposta è no: si andrà avati secondo progetto. Eppure...

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