Abass: «A Cantù mi fischieranno?
Anche questo fa parte della vita»

Intervista all’ex capitano biancoblù, adesso punto di forza dell’EA7 Armani Milano

Per i suoi nuovi tifosi – quelli saliti apposta da Milano per il Valtellina Basket Circuit o quelli trovati (e sono tanti) in Valtellina stessa – è ancora Awudu. Ma presto diventerà Abi, ne siamo sicuri, perché sta già facendo breccia nei cuori biancorossi. A suon di rimbalzi, quello sì, e di partite tanto cuore e ginocchia sbucciate, ma anche per via di un’innata capacità di farsi voler bene. Lui, ragazzo cresciuto in un cortile della periferia di Como e diventato grande sotto il campanile di Cucciago, dove per dieci anni ha giocato, nel mitico Pianella.

Uno stralcio della lunga intervista in edicola domenica 11 settembre con La Provincia.

Con Cantù come sei messo? Cosa sai di quel che succede?

Non tanto, direi. Un po’ perché sono via, un po’ perché di quelli che ho lasciato sono rimasti in pochi. È qualche giorno che non sento il mio amico Luca Rossini e quindi non sono tanto aggiornato. In più mi dispiace veramente tanto per l’addio dei canturini, specie di Andrea Lanzi.

Tra gli esami che dovrai superare in questa stagione, ci sarà anche – giocoforza – il tuo ritorno al Pianella. Come te lo immagini?

Per ora non ho voluto ancora pensarci.

Allora ti aiutiamo noi a calarti nella parte. La piazza è divisa: c’è chi pensa che hai fatto la cosa più giusta e chi invece non finirà mai di darti del traditore, per dove sei finito.

Porterò sempre il massimo del rispetto per chi non è stato d’accordo con la mia scelta, ma chi mi conosce sa perché l’ho fatto, anche se non è stato facile dopo dieci anni a Cantù. Dovesse capitare di prendere fischi e insulti, vorrà dire che proverò a farmene una ragione. D’altronde anche questo fa parte della vita.

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