Agyemang, da Dizzasco alla gloria
«Il mio sogno sono le Olimpiadi»

Alla scoperta della giovane campionessa che sta bruciando tutte le tappe

Nadine Agyemang Heard è bella, ha uno sguardo dolce ma deciso. Fisico da atleta e mente da studiosa, un combo perfetto per chi vuole avere successo nello sport e nella vita. Trasferita dall’Inghilterra a Dizzasco con la famiglia a soli 5 anni, Nadine si è avvicinata subito al canottaggio e dopo le prime palate, ha capito che non l’avrebbe più lasciato. Nessuno immaginava fin dove sarebbe arrivata, ma in lei brilla una luce speciale che le avversarie, grandi o piccole che siano, fanno davvero una gran fatica a spegnere.

Cresciuta tra le file della Canottieri Moltrasio, a soli 16 anni Nadine vanta nel suo palmares 4 titoli italiani e l’oro in maglia azzurra ottenuto ai Mondiali Junior di Racice nel quattro con insieme a Giulia Clerici, anche lei della Moltrasio. Non meno importante, una media scolastica di tutto rispetto al liceo scientifico che frequenta. Sicuramente una giovane promessa del canottaggio comasco e italiano.

Com’è la giornata tipo di una sedicenne campionessa del mondo?

Mi sveglio presto, una bella colazione, poi vado a scuola fino alle 14. Torno a casa e pranzo, studio un paio d’ore e poi dalle 17.30 alle 20 allenamento, ogni giorno. A casa ceno, finisco i compiti e poi a letto. Il giorno dopo si ricomincia…

Una vita di sacrifici che lascia poco spazio al resto.

Infatti, vedo i miei coetanei che escono, hanno molte più amicizie. Io vado a scuola, studio e mi alleno. Riesco ad uscire solo nel week-end. Un fidanzato? No, non ne avrei il tempo.

Perché proprio il canottaggio?

Quando ci siamo trasferiti in Italia undici anni fa, i miei fratelli hanno iniziato a fare canottaggio. Io ero piccola ma andavo a vedere le loro gare e mi piaceva, davo anche una mano se serviva. Poi ho provato a remare ed è nata la mia passione.

Che ruolo hanno avuto i tuoi genitori nell’incoraggiarti ad arrivare fino a qui?

Un grandissimo ruolo, mi sono sempre stati vicino, senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile. Mia mamma mi accompagna ogni giorno agli allenamenti, vengono a vedermi ad ogni gara, insomma, mi seguono sempre. In ogni parte d’Italia e ora del mondo, loro sono sempre al mio fianco.

Cosa si prova ad essere sul tetto del mondo a 16 anni? Rappresentare l’Italia è una bella responsabilità…

Quando è successo non ci credevo, ci è voluto qualche giorno prima che realizzassi. In raduno per il Mondiale, l’ultima settimana sono stata spostata e messa su un nuovo equipaggio, il quattro con. Ho pensato che le avversarie fossero più grosse fisicamente e più forti di noi. Dopo la prima gara sembrava fossimo messe male, invece poi è andata bene. In finale, nei primi mille metri siamo rimaste indietro, nella seconda parte ci abbiamo creduto e abbiamo vinto il titolo mondiale. Non mi sembrava vero. L’inno d’Italia suonava per noi...

Hai un modello da seguire che ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi?

Sicuramente Filippo Mondelli è un esempio per tutti noi. Lui è cresciuto nella canottieri Moltrasio e vedere ora i risultati che ha ottenuto, incoraggia tutti a fare del nostro meglio.

Qual è il tuo ricordo più bello legato al canottaggio? E il sogno?

Il ricordo più bello è sicuramente il titolo mondiale, un’emozione incredibile. Ma anche le gare, le trasferte, sono sempre molto belle. Sono affezionata a tutti i miei compagni e allenatori (Davide Tabacco, Alberto Tabacco, Stefano Luoni e Carlo Del Piccolo), siamo una grande famiglia. Il mio sogno? Le Olimpiadi.

Come vedi Nadine tra 10 anni?

Non so se andrò avanti con questo sport, vorrei provare la vita che fanno i miei coetanei. Però, se ci penso bene, non ricordo nemmeno la mia vita senza il canottaggio e, onestamente, non so se riuscirei a farne a meno. Lo sport mi dà grandi emozioni e poi sono legatissima alla Canottieri Moltrasio, è la mia seconda famiglia. Siamo un gruppo affiatato e voglio bene a tutti i miei compagni.

Se tornassi indietro, rifaresti tutto o cambieresti qualcosa della tua vita?

Lo rifarei. E’ una vita di sacrifici e a volte mi chiedo perché faccio tutto questo, ma poi trovo sempre le motivazioni, allenamento dopo allenamento. Inoltre, senza lo sport non avrei avuto tutte queste soddisfazioni. E poi non so se mi permetterebbero di lasciare tutto i miei allenatori e tutti coloro che mi vogliono bene, da loro ho un grande sostegno.

Daniela Colombo

© RIPRODUZIONE RISERVATA