Allenarsi oppure no?
Le società sono divise

Francesco Angelini, S. Agata: «Andiamo avanti, sperando di non dover interrompere tutto per la ventilata zona rossa»

Tiene banco in questi giorni l’interpretazione della nuova ordinanza regionale che pone la provincia di Como in zona arancione “rinforzato”. Un cambiamento che interessa soprattutto scuole, trasporti e ristorazione, ma non lo sport.

Certamente il continuo passaggio da un colore all’altro non aiuta, ma c’è almeno il conforto delle norme a ribadire che, per quanto riguarda l’attività sportiva svolta all’aperto, in centri sportivi che rispettino le disposizioni di legge, l’attività può proseguire. Può far riflettere il fatto che siano chiuse le scuole, con attività didattica a distanza, ma non le scuole calcio.

Ma il distanziamento, se il protocollo è rispettato, è sempre garantito. Il mondo del calcio dilettantistico e giovanile, sul tema si è diviso. C’è chi tiene aperto, c’è invece chi ha deciso di sospendere l’attività fino al 10 marzo (ossia fino a quando la provincia sarà in regime di “zona arancione rinforzata”) anche alla luce degli aumenti di casi di positività nel Comasco.

A rafforzare la tesi di chi tiene aperto, arrivano le “faq”, le risposte alle domande più frequenti, del portale di Regione Lombardia: «Presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, è consentito lo svolgimento esclusivamente all’aperto dell’attività sportiva di base e dell’attività motoria in genere, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli».

Resta, per il momento, ancora una zona d’ombra normativa per quanto riguarda gli spostamenti per raggiungere i centri sportivi, se ubicati in un Comune diverso da quello di residenza.

Ma, nel silenzio dell’ordinanza, l’interpretazione è che possa bastare una normale autocertificazione, con indicata la pratica sportiva come giusta causa per lo spostamento, per non incorrere in sanzioni o in problemi in caso di controllo delle forze dell’ordine.

Niente di nuovo quindi. Tra le squadre che proseguono l’attività, a Como c’è il Sant’Agata, società oratoriana, come conferma il presidentec I bambini hanno tanta voglia di fare qualcosa dopo essere rimasti tanto tempo a casa: al contrario delle aspettative, vengono in massa ad allenarsi, anche se non possono disputare la partitella».

© RIPRODUZIONE RISERVATA