Allievi: «Il progetto va avanti
E chiederemo il ripescaggio»

Le parole del presidente della Pallacanestro Cantù dopo la retrocessione: «Colpa mia, chiedo scusa»

The Day After. In tre frasi, per comprendere meglio ambiente e circostanze. «È tutta colpa mia, mi assumo le responsabilità». «Non ho vergogna a dire che ho pianto». «Ai tifosi chiedo di starci vicini e di avere fiducia. Ma se proprio vogliono una testa, eccola qui, la mia. Pronta per piazza Garibaldi».

Choc e consapevolezza. Roberto Allievi non scappa, nemmeno il giorno che segue la seconda retrocessione della storia della Pallacanestro Cantù, 26 anni dopo la precedente. Avvilito, addolorato, colpito - ma non affondato - e scosso. Pronto a una nuova battaglia, lui che ne ha vinte di molto più importanti nella vita.

«Ovviamente non sono abituato a lasciarmi andare - racconta -. E per questo mi prendo la responsabilità in prima persona. Perché è toccato a me coordinare le decisioni del club. Sono io il primo responsabile, lo staff non ha fatto altro che raccogliere indicazioni mie e del cda. Non ci sono singoli responsabili da andare a cercare».

Riferimento, nemmeno troppo velato, alla pesante contestazione al general manager Daniele Della Fiori. «Non è aria da capri espiatori - continua il presidente - e nemmeno di teste da lasciare sulla pubblica via. Se proprio se ne vuole una, c’è la mia pronta per piazza Garibaldi. Ma nessuno tocchi lo staff. Avevamo già fatto una cosa tutti insieme, per nulla scontata, due anni fa, quando riuscimmo a dare un futuro a questo glorioso club. E anche stavolta eravamo di fronte a un altro compito improbo».

Quale, è presto detto. «Il lavoro è stato complesso, ma motivato da esigenze importanti - spiega Allievi -. La prima, e l’ho già detto, era la ristrutturazione del debito, che abbiamo portato a compimento proprio qualche giorno fa. La seconda era la scelta strategica di un bilancio sostenibile che prevedesse il pareggio e che fosse la base di uno sviluppo futuro ancora più importante. Dal punto di vista economico-finanziario è andato tutto bene e siamo soddisfatti di quanto costruito. Direi che abbiamo fatto qualche errore o sottovalutato alcuni aspetti nell’ambito sportivo, e la cosa non è finita bene».

Già il campo, quello che ha portato alla retrocessione: «Ma ci si è messa anche un bel po’ di sfortuna - il parere di Allievi -. Il doppio Covid, quando c’era bisogno di costruire qualche risultato e quando ci serviva avere staff e squadra nella loro completezza. E poi quelle partite perse o buttate via di un punto nel finale».

E ora? Il presidente ha la fierezza e la grinta per guardare avanti. «Siamo vivi - esclama -, e che nessuno ci dia per morti. Il progetto va avanti, sia su Pallacanestro Cantù, visto che è pluriennale, e sia sul palazzetto, asset strategico per il nostro futuro e che conta su imprenditori importanti e seri».

Ma c’è pur sempre uno spauracchio chiamato serie A2. «Paura? A me non spaventa niente - dice Allievi - e nemmeno ai consiglieri e ai partner di Pallacanestro Cantù. Di certo ci muoveremo subito per attivare le necessarie richieste perché venga neutralizzata la retrocessione. Confido di trovare la condivisione degli altri club e la comprensione di Federazione e Legabasket alla luce delle valutazioni su una stagione molto problematica, anomala e condizionata dalla pandemia».

Si parla, però, di una penale di 125mila l’euro, l’equivalente di un giocatore chiave... «Sul piano economico siamo a posto, la società è sana - aggiunge -. Ci auguriamo non si debba arrivare a un esborso, nel caso vi dico che siamo pronti a fare la nostra parte sia su quel punto sia sull’allestire una squadra in grado di giocare l’A1 e che offra garanzie».

A maggior ragione servono certezze. «Con gli sponsor - spiega - soprattutto quelli principali abbiamo accordi pluriennali. L’importante è che le decisioni vengano prese presto, già alla fine della stagione regolare. Sarebbe pericoloso vivere mesi nell’incertezza di quel che sarà. Noi abbiamo bisogno di programmare».

Ai tifosi che si sente di dire? «Mi scuso con tutti, avrei voluto fare di meglio e non ci sono riuscito. Ma li invito a starci vicini, tutto quello che è stato fatto è in totale buona fede. Abbiamo lavorato tantissimo, e lo si è fatto anche per i tifosi, senza arrivare al risultato. Chiedo però di non personalizzare le critiche».

Peggio ora o l’altra volta? «Due cose completamente diverse - chiude Allievi -. Là addirittura eravamo partiti con l’Eurolega e un budget che era il più alto della gestione della mia famiglia. E ricordando il pianto disperato di mio padre, anch’io l’altra sera ho versato le lacrime, non mi vergogno a dirlo».

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