Ancora lui, Borghese
«Gioia da impazzire»

«Eravamo stupefatti dalla risposta della città. Lo stadio era uno spettacolo, e quando la palla è entrata mi è sembrato il boato di centomila persone»

Rieccolo. Puntuale. Colpo di testa e gol. Martino Borghese ci prende gusto. Il giocatore della discordia, quello mai perdonato da una parte (di minoranza) della tifoseria per una esultanza anti-Como ai tempi del Livorno, ha segnato il sesto gol della stagione. Se si aggiunge che Borghese è un difensore, e che gli ultimi tre gol sono stati segnati in tre partite consecutive, beh... si capisce come siano numeri fuori ordinanza. Rieccoci dunque qui a parlare con il gigante azzurro.

Che gioia, eh, Martino...

«Da impazzire».

Corsa sotto la curva; anzi no, verso il centrocampo; anzi no, inginocchiato per terra. Indicando il cielo; anzi no, con la faccia tra le mani...

«Va beh, non ho capito più nulla. Anche perché c’era un motivo ulteriore».

Quale?

«Il gol sbagliato all’inizio della partita. Anzi, devo dire che ho calciato bene di controbalzo. Da lì devi buttarla dentro. Invece è stato bravo il portiere. Però, se non avessimo vinto mi sarei portato dietro il peso di quell’occasione mancata chissà per quanto tempo. Invece mi sono rifatto».

Sensazioni?

«Eravamo stupefatti dalla risposta della città. Lo stadio era uno spettacolo, e quando la palla è entrata mi è sembrato il boato di centomila persone. Davvero una cosa che non dimenticherò mai. Avevo giocato qui in B, ma non c’era mai stato questo coinvolgimento, anche perché andavamo male. Domenica, invece, tutti ci incitavano a ogni palla».

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