Angiuoni e il fallimento Como
«Non sono colpevole di nulla»

Una lunga intervista sul nostro giornale in edicola oggi all’ex presidente del Como che ha dato involontariamente il via al processo

A volte gli estremi si toccano. Enzo Angiuoni, presidente del Como dieci anni fa, è stato una delle figure più gradite e umanamente apprezzate della storia del Como. Eppure oggi gli tocca fare i conti con l’accusa di «aver fatto fallire il Como», come qualcuno gli dice, qualche volta scherzando e qualche volta no. È stato lui a portare il Como in tribunale per via della sua fidejussione depositata sul Centro Sportivo di Orsenigo che nessuno liberava. Uno spintone di reazione, il suo. Ma il Como è caduto, ha sbattuto la testa ed è morto. Omicidio preterintenzionale? Si è poi saputo che nella caduta, decisivo fosse il fatto che il Como barcollasse perché ubriaco di debiti. La posizione di Angiuoni si alleggerisce. E lui si sfoga. Modi gentili da nobile napoletano, ma concetti diretti alla Eduardo De Filippo. Una lunga intervista sul giornale di oggi in cui dice: «Non sono colpevole di nulla».

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