Aradori: «Ricordiamoci che Cantù
non è quella sconfitta di 40»

Intervista con l’ex giocatore biancoblù, attuale capitano della Grissin Bon che domenica ospiterà la Red October.

Pietro non pulisce il bagno ma di sicuro fa canestro. In questo primo scorcio di campionato sta infatti viaggiando a 17.2 punti di media partita, settimo realizzatore assoluto della serie A ma primo - e con distacco - tra gli italiani. Sta inoltre tirando con quasi il 56% da 2, il 48 pieno da 3 e il 100% dalla lunetta.

Aggiungiamo i 5 rimbalzi e i 3 assist ogni volta che mette piede in campo e il quadretto è bello che dipinto. Un giocatore a tutto tondo, come tra l’altro indica il suo quarto posto nell’apposita graduatoria inerente la voce “valutazione”.

Pietro, naturalmente, è Pietro Aradori

Il ruolo di capitano che da questa stagione le hanno riconosciuto a Reggio la sta caricando oltre che responsabilizzando?

«È un’investitura importante soprattutto in una società come la Reggiana molto attenta al lato umano dei giocatori. E questo mi rende orgoglioso oltre che ancor più responsabilizzato. Questo per ciò che riguarda l’aspetto al di fuori dal campo. In campo, invece, è solo l’allenamento e il lavoro duro che ti consentono di migliorare. Voglio dire, non è che se non fai niente tutta settimana, arrivi poi alla partita e giochi bene soltanto perché sei capitano... Insomma, sto cercando di interpretarlo al meglio che posso questo ruolo».

Come se lo spiega il -43 di Cantù a Capo d’Orlando?

«Volevo chiedervelo io, in verità, perché perdere di 40 punti è difficile. Devi impegnarti. Soprattutto dopo che ne avevi dati 20 a Sassari la settimana prima. Sono rimasto sorpreso e sconcertato. Non me l’aspettavo. Perché Cantù è una squadra buonissima. Non so se ci sia qualche problematica al di fuori della squadra che possa aver inciso».

Che Red October vi aspettate ora?

«Noi quella partita in Sicilia non la prendiamo neanche in considerazione perché sarebbe fuorviante. Sappiamo Cantù che squadra sia e come può giocare. È tosta, atletica, grossa. La rispettiamo molto e siamo consapevoli che non può essere quella scesa in campo contro Capo d’Orlando. No, io non mi fido».

L’intervista completa sulla Provincia di venerdì 4 novembre

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