Arnaboldi jr e Nargiso, che doppio
«Fondamentale nella mia crescita»

Il giocane canturino sta risalendo le classiche internazionali

Quando una semifinale e una finale (persa) possono aiutarti a scalare le classifiche mondiali del tennis. Dieci punti Atp e la classifica migliora di cento posizioni. Non è roba da poco, quando non nasci predestinato come Sinner e Musetti e il percorso di crescita va a tappe più lente, ma procede comunque.

Per il tennista canturino Federico Arnaboldi il “momento è ok”, come diceva Iva Zanicchi in tv. A Heraklion sull’isola di Creta, ha disputato due tornei Itf – i vecchi Futures – giocando alla grande sul veloce. La prima settimana è stato battuto dal cinese Ze Zangh in semifinale, quella successiva lo ha battuto, fermandosi poi in finale, persa contro l’israeliano Ben Patael.

«Peccato – ammette Federico, 21 anni il 18 giugno, dopo l’allenamento sui campi del Tennis Grillo -, in finale non ho giocato la mia miglior partita. Forse ho pagato il fatto che fosse la quindicesima partita in due settimane… non mi sono mai fermato. Ho pagato una stanchezza forse più mentale che fisica. Ma sono molto soddisfatto: ora sono 790° al mondo, scalerò cento posizioni».

In una settimana, curiosità tra le curiosità, ha affrontato due volte lo stesso avversario, tra l’altro ex 140 al mondo: «La prima volta ho perso perché… lo rispettavo troppo. Mentre giocavo però ho capito che non eravamo poi così distanti ma ormai era tardi. La settimana dopo, con qualche accorgimento tattico, l’ho battuto bene».

Federico arriva da una famiglia di tennisti. Il cugino Andrea è vicecampione italiano in carica ed è il numero 1 comasco, numero 274 al mondo. Con lui si allena spesso («mi è sempre molto vicino, mi segue e mi incoraggia») ed è cresciuto anche grazie ai consigli di un maestro d’eccezione, Diego Nargiso, che lo segue da un anno: «Lui è stato fondamentale per crescere. Con la sua esperienza mi sta guidando e vedo i risultati. La considero un’ottima scelta, così come quella del preparatore Christian Zuccato».

Adesso, grazie alle ultime performance, Federico può accedere senza più le tre partite di qualificazione ai tornei Itf da 15 mila dollari – vietato immaginare un mondo dorato: chi vince si paga giusto le spese di viaggio, mantenimento e albergo – e finalmente prendere parte a qualche Itf da 25 mila partendo dalle qualificazioni.

Nelle prossime due settimane, Fede tornerà in campo in Italia a Genova e Bergamo, questa volta su terra rossa.

Con il supporto del suo coach, l’ex azzurro di Davis Nargiso: «Lui è un gran lavoratore e un ragazzo serio ed è sempre positivo. Il mio compito è trovare la strada migliore e più breve per farlo diventare un giocatore professionista, come è scritto nel suo destino. Ora ha alzato l’asticella: non ha praticamente mai perso contro avversari meno forti di lui, ed è già un grande passo. Non guardiamo la classifica, ma i progressi».

E “Arna jr” che obiettivi ha? «Migliorare sempre, magari dimezzare la classifica, ricordando che sono partito dalla 900ª posizione. E vincere un torneo. La patente l’ho fatta, finalmente, ora posso pensare all’università, magari qualche ateneo on line».

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