Arrigoni ha le idee chiare:
«Vengo a Como per vincere»

Il nuovo arrivato: «Mi è stato chiesto un campionato di vertice e il progetto mi è subito piaciuto. È un gruppo stimolante».

Il suo primo gol da professionista lo segnò al Sinigaglia. Una poco memorabile partita di Coppa Italia di serie C tra il Como e la Tritium nell’ottobre 2012, ma per l’allora diciottenne Tommaso Arrigoni quella è rimasta una data storica. Un ricordo che suona un po’ come un piccolo segno del destino oggi che ufficialmente diventa un giocatore del Como.

Ha ventisei anni, ma la sua carriera da grande è cominciata molto presto. Perchè prima di quel gol segnato al Como si era già messo alle spalle la bellezza di tredici presenze in serie A, dove ha esordito a soli 17 anni con il Cesena, la squadra della sua città. Poi la Tritium, di nuovo Cesena in B, e poi tanta serie C, con Spal, Forlì, Santarcangelo, Lumezzane, Lucchese, e infine due anni con il Siena. «Di serie C ne ho già masticata abbastanza, provando un po’ tutti i ruoli a centrocampo. Mediano, mezzala, anche trequartista. Mi piace inserirmi quando si può, mi piace andare al tiro da fuori, sono un giocatore abbastanza dinamico».

Del resto quest’anno, prima che il campionato si fermasse, aveva segnato già 5 gol, «in questi due anni a Siena comunque ho giocato sia da play che da mezzala». E ora, nel centrocampo a quattro su cui sta lavorando Banchini, se la gioca prevalentemente per uno dei due posti centrali.

Arriva da un anno particolare, con il Siena arrivato sino ai playoff, ma già con molti enigmi sul futuro, che poi infatti sono sfociati nella mancata iscrizione. «Eravamo partiti con l’idea di puntare al secondo posto, perchè il primo quest’anno era impossibile. Una squadra forte nonostante le incertezze societarie, ma le difficoltà sono arrivate solo con il lockdown, fino a quel momento la società non ci aveva fatto mancare niente. E del resto siamo riusciti a tornare in campo anche per i playoff...».

Ma già da marzo il Como gli aveva manifestato il suo interessamento, «sì è stata una trattativa lunga nel tempo, ma corta nella decisione. Banchini e Ludi mi hanno parlato diverse volte, il progetto che mi è stato prospettato mi è piaciuto subito, anche indipendentemente dalle difficoltà societarie del Siena», che in qualche modo hanno reso comunque ancora più semplice la sua decisione. E con il Como ha firmato ora un contratto biennale, «per vincere. Cosa mi è stato chiesto? Un campionato di vertice, una stagione importante. Non conoscevo né il mister né Ludi, credo siano arrivati a me osservandomi giocare, il mister ha chiesto informazioni anche a Siena, dove lui ha lavorato qualche anno fa. Mi fa piacere di averli colpiti positivamente».

Nel gruppo, con cui si sta allenando già da qualche giorno, è l’unico a essere tornato in campo dopo il lockdown. «Una situazione strana, allenarsi venti giorni dopo mesi di stop per giocare una sola partita... È stato difficile, non si sapeva bene come fare, è stata una situazione un po’ al limite, poteva essere anche un po’ rischiosa a livello fisico. Poi però il 5 luglio mi sono fermato di nuovo perchè siamo stati eliminati, quindi alla fine in questo ritiro sono partito più o meno dal punto di tutti gli altri».

Ora è pronto per questa nuova esperienza, «in questo gruppo conoscevo Solini, abbiamo fatto un ritiro insieme al Siena poi lui andò a Reggio Calabria. Ma anche gli altri in un certo senso li conosco, molti di loro sono stati miei avversari. È un gruppo di lavoro stimolante»..

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