Corsa in montagna al buio
«Ripartire così è non è facile»

Parla il comasco Lele Manzi, uno dei veterani della disciplina

Durante la quarantena ha macinato chilometri, non di corsa ma in casa, sui rulli, con la bicicletta da spinning. «Avrò fatto almeno un migliaio di chilometri -rivela Emanuele Manzi , sorprendendo anche se stesso, non essendo un grande appassionato delle due ruote-.D’altra parte non potevo limitarmi a fare “il criceto” correndo attorno all’abitazione».

Protagonista

Il cremiese, nonostante l’età (42 anni) è ancora uno dei grandi protagonisti della corsa in montagna, anche a livello internazionale. Negli ultimi anni si è dedicato -anche qui con ottimi risultati -alle corse all’interno dei grattacieli. «Mi sa che ultimamente, almeno da quello che ho visto sui social, con la quarantena, gli appassionati sono aumentati», dice il comasco, facendo riferimento agli allenamenti individuali sulle scale condominiali di casa, che hanno spopolato. Anche il Vertical world circuit sta pagando dazio al coronavirus, con i continui rinvii.

Diversi appuntamenti sono in Oriente: (Pechino, Shangai, Osaka, Hong Kong) e all’emergenza sanitaria si aggiungono le difficoltà a viaggiare in aereo. «In quelle località c’è un’attenzione particolare alle norme di igiene -confida Manzi -. Negli anni scorsi, ho sempre visto persone con la mascherina, pur non in presenza di epidemie. Se dovesse disputarsi una gara, ci andrei senza timore». In Italia invece la montagna sembra lontanissima dal riprendere l’attività. E Manzi lo sa benissimo, visto che da alcuni anni è tra gli organizzatori del Valtellina wine trail. «Le misure proposte per i trail sono talmente restrittive che probabilmente decideremo di lasciar perdere e di non tenere la nostra gara il prossimo 7 novembre -spiega il cremiese -.Troppi i vincoli da rispettare, anche giustamente. In una competizione che chiama a raccolta un migliaio di atleti, è impensabile ricorrere, per il distanziamento sociale, alla partenza con le griglie. L’ultimo non partirà prima delle quattro del pomeriggio».

La soluzione è quella di abbassare i numeri degli iscritti. «In questo modo però chi organizza andrà sicuramente in perdita e non tutte le società potranno permetterselo. Senza dimenticare poi le difficoltà degli sponsor, soprattutto quelli che appoggiano i sodalizi più piccoli». Quindi bisognerà rassegnarsi a rimandare tutto al 2021. «Non del tutto. I vertical per esempio possono benissimo disputarsi a cronometro (alcuni lo sono già) -dice Manzi -. Poi le gare d’èlite, come i tricolori, con un numero di atleti al via non eccessivo. E chissà che qualche “benefattore”, amante della corsa in montagna, non abbia timore di finire “in rosso” e organizzi delle gare, con i “numeri bassi”».

No Master

Il cremiese ha una certezza:non ha nessuna intenzione di ritirarsi. «Finché ho la passione e la voglia di allenarmi, vado avanti». E non ha nemmeno intenzione di entrare nel mondo dei master (ne avrebbe diritto, per l’età). «Finché posso voglio restare tra gli agonisti. Senza nulla togliere ai master, penso che la vera atletica sia tutta un’altra cosa».

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