Cinque nomi per Cantù. Sacchetti davanti a tutti

Si apre una settimana forse decisiva per la panchina dei biancoblù: scelta che dipende dal destino di Sodini. Il cda vaglierà i profili proposti dal gm Santoro: sul taccuino, con Meo, anche Sacripanti, Vertemati e Galbiati

Se non sarà prosecuzione con Marco Sodini (possibilità sempre meno probabile con il passare delle ore), ci si affiderà a un tecnico di assoluto valore e con un pedigree da serie A. La Pallacanestro Cantù ha deciso: la ripartenza 2, quella che dovrebbe portare in dote la sospirata promozione, sarà all’insegna di un profilo certo e affermato.

Niente scommesse, quindi, ma scelte di alto profilo. Che confermino i progetti e le ambizioni di un club che ha bisogno come l’aria di togliersi, e al più presto, dalle pastoie della serie A2. Per Alessandro Santoro, general manager in carica dall’inverno scorso, sarà anche il primo vero test. La prima operazione tutta sua, non ereditata e solo da gestire come accaduto fin qui.

Gli incontri delle ultime ore

Gli incontri di queste ultime ore con il presidente Roberto Allievi e lo stato maggiore biancoblù hanno permesso di fornire un identikit ben dettagliato al gm, che a questo punto si presenterà in consiglio di amministrazione con un ventaglio di rosa dentro il quale poi muoversi.

Dopo una prima scrematura e sondaggi più o meno ufficiali già portati avanti, sul taccuino di Santoro ci sono cinque nomi. Tutti profilati, con caratteristiche non necessariamente simili e con le due colonne ben evidenziate su ogni pagina: quella dei pro e quella dei contro.

E questo che vorranno sentirsi esporre i membri del cd prima di decidere. Un probabile ordine di apparizione sulla scena, al momento, potrebbe essere il seguente: Marco Sodini, Romeo Sacchetti, Stefano Sacripanti, Adriano Vertemati e Paolo Galbiati. Sodini, ovviamente, innanzitutto. Si comincerà dall’analisi di quanto fatto quest’anno. Non ha vinto, è vero, ma è arrivato a giocarsi l’ultima partita disponibile per farlo. Ha avuto carta bianca nell’allestimento della squadra e persino nel cambio in corsa, dopo l’addio a Robert Johnson. La società lo ha lasciato scegliere e decidere, e magari pure sbagliare, fino all’ingaggio di Luca Vitali. Paradossalmente rischia di pagare, oltre all’insuccesso, la sua... coerenza, qualità che nello sport spesso ti si rivolta contro.

L’indicazione più certa

Ecco allora le alternative. La prima, davanti a tutti, porta a Meo Sacchetti. Non un ex allenatore della Nazionale, ma l’ex allenatore. E ripartire da un profilo del genere, mettendosi pure sul mercato spendendo il suo nome e il blasone del club costituirebbe un asset incredibile. È quello con le maggiori possibilità.

Capitolo Sacripanti. Non c’è dirigente italiano che non possa non pensare a lui davanti a un cambio di allenatore. Bravo, preparato, serio e vincente. Ovvio che l’abbia fatto anche Cantù e la sua è una candidatura molto seria e che sta in piedi, anche dopo la vittoria della scorsa stagione con Napoli. Sarebbe il terzo ritorno, con tutti gli annessi e connessi del “Sacripanti sì, Sacripanti no”. Avere piazza, e forse pure dirigenza, divisa è rischio che si sceglierebbe di correre, qualora l’uono fosse lui.

A un certo punto, fino a sabato, pareva in corsa anche Jasmin Repesa, altro che non ha bisogno di presentazioni. Altissimo profilo, al pari di quello di Sacchetti e Pino, e nome spendibile in tutto il movimento, ma il recente nuovo interesse di Pesaro dovrebbe rappresentare ostacolo non di poco conto.

Ecco allora completare la lista i due giovani della compagnia: Adriano Vertemati, scottato dall’esperienza a Varese, e Paolo Galbiati, retrocesso in A2 con Cremona. Rappresentano l’eventuale ventata di freschezza, il nuovo che avanza in un nuovo corso. Hanno chance, ed è innegabile, soprattutto se si vorrà fare un investimento sul futuro, con un occhio al budget.

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