Fumagalli, doppio ex
di Cantù e Forlì

Cresciuto all’ombra di Pierluigi Marzorati, ma in grado di sostituirlo nella semifinale di Coppa Campioni vinta contro il Real Madrid nel 1983

«Che ci fanno Cantù e Forlì in A2 con quel pubblico?». Lui le conosce entrambe, per averci giocato da protagonista. Corrado Fumagalli, lo “Speedy Gonzalez” del basket italiano, nato sportivamente parlando a Cantù e cresciuto all’ombra di Pierluigi Marzorati, ma in grado di sostituirlo nella semifinale di Coppa Campioni vinta contro il Real Madrid nel 1983. A 56 anni, dopo aver chiuso la carriera in Romagna solo pochi anni fa, è tornato a Como. Vive isolato, nei boschi di Lanzo Intelvi, per stare più vicino ai genitori che abitano ancora a Cantù.

Ma è stato a suo modo un giocatore-simbolo. Di Cantù e di un’epoca. Esplose giovanissimo: a 15 anni fu eletto “miglior 1966 d’Italia”, alle finali scudetto cadetti eletto miglior Mvp e marcatore delle finali. E ora, a tanti anni di distanza, si vanta – giustamente – di alcuni record: «Sono l’unico giocatore che ha vinto una Coppa Campioni e un’Intercontinentale a sedici anni da giocatore vero, non come ultimo panchinaro. Non male, vero? Credo sia un record quasi impossibile da battere, dovrebbero verificarsi troppe condizioni: ci dovrebbe essere un fenomeno in squadra e la squadra dovrebbe essere in lizza per traguardi altissimi».

Altro piccolo record? Il suo passaggio da Forlì alla Fortitudo Bologna: «Pochi anni prima si parlò tanto del passaggio miliardario di Riva da Milano a Cantù. Anche io feci notizia nel ’92: Seragnoli, patron della Fortitudo, mi prese per 3 miliardi. Erano bei “soldini…». Alla Fortitudo restò un biennio: «Poi si stava per ricreare la situazione vissuta da giovanissimo a Cantù con Marzorati, perché Bologna prese Djordjevic. Fare la riserva di Marzorati era un piacere e un lusso da ragazzino, a 28 anni invece volevo giocare da protagonista».

Ha giocato nelle “minors” («ho vinto in ogni categoria, allenandomi come un pazzo per stare al passo con i giovani») e ora si gode la sfida tra le sue ex squadre in A2: «Che bella serie Cantù-Forlì, peccato però che una delle due dovrà restare ancora in A2. Ma Cantù non deve ancora sentirsi al riparo, anche se il vantaggio è importante: Forlì in casa avrà un giocatore in più, ossia i propri tifosi. Possono incidere tanto, ma potrebbero non bastare». Fumagalli segue il basket, ma da lontano: «Mi informo, leggo. E credo che Cantù abbia messo a segno un gran colpo con Vitali, il miglior passatore d’Italia».

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