Berdini, il giovane play cresce bene: «Con i consigli di Sacchetti e Rogic»

Basket Ha solo 19 anni, ma ha già dimostrato di sapersi prendere delle responsabilità: «Il coach ha un debole per questo ruolo. Ora siamo più consapevoli dei nostri mezzi»

L’ultimo blocco ricevuto contro la Fortitudo Agrigento ha lasciato segni: una botta pesante all’anca e al gomito. Ma Nicola Berdini è già in piedi («Mi sono già allenato»), pronto per nuove battaglie sportive. Il giovane play della S.Bernardo Cantù – 19 anni non ancora compiuti – non è certo uno che si tira indietro. Nei minuti più “caldi” contro i siciliani era in campo, mettendo a segno con freddezza anche tre liberi consecutivi. Segnale inequivocabile di presenza di spirito e di assenza totale di tremarella.

Pedina

Una pedina preziosa per Cantù nella quarta vittoria consecutiva – 11 punti, è uno dei sei giocatori finiti in doppia cifra -, un successo che contribuisce a rendere già interessante la striscia vincente della S.Bernardo. Vittorie che, al di là degli 8 punti in classifica, hanno evidenziato un momento di crescita della squadra: «Ovviamente vincere aiuta a vincere e a migliorare. C’è stata una chiara evoluzione nell’ultimo mese. Contro Piacenza abbiamo disputato la nostra partita migliore, mentre contro Agrigento abbiamo evidenziato una grande solidità nonostante due assenze pesantissime: siamo stati compatti, è stata una vittoria di squadra, come dimostrano i sei giocatori in doppia cifra e l’apporto degli altri giocatori».

Il tutto, per Berdini, in un contesto di crescita collettivo: «L’atteggiamento sta migliorando. Scendiamo in campo più consapevoli dei nostri mezzi e delle potenzialità: migliorando individualmente, siamo migliorati come squadra».

Consigli

E Berdini, in questo contesto, come ci si ritrova? «Sto migliorando, lo sento. Confrontarmi con un play come Rogic aiuta a diventare più forti, ascolto i consigli di tutti e sfrutto i minuti che mi vengono concessi, cercando di dare il mio contributo. Ma so anche bene che alla mia età ho ancora tutto da dimostrare». Anche a un coach come Sacchetti, che molto spesso lo cita nei suoi discorsi: «Lui ha una sorta di “preferenza” per il ruolo del play, ma come quasi tutti gli allenatori del resto. Spesso durante le partite mi prende in disparte, mi chiede sempre personalità soprattutto per il mio ruolo di play di una squadra forte e ambiziosa, con aspettative importanti».

Il campionato, oltre all’avversaria designata di Cantù, sta facendo emergere nuove e non del tutto attese avversarie come Torino: «Cremona l’abbiamo già sperimentata ed è una grande squadra e ne sappiamo qualcosa avendo perso due volte contro di loro. Anche Torino è molto forte, gioca con intensità. Li abbiamo battuti in Supercoppa, ma sappiamo che in campionato a dicembre sarà un’altra storia».

Intanto, domenica, c’è una sfida quasi d’alta quota con la Jb Monferrato: «Casale è ormai una squadra esperta di questa categoria. Quest’anno sta dimostrando le sue potenzialità, giocare lì è sempre dura e in Supercoppa abbiamo già perso. Mi immagino per domenica la “solita” battaglia, ma per noi è troppo importante conquistare la quinta vittoria consecutiva. Imponendo la nostra fisicità e rispettando il piano gara possiamo farcela».

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