Cantù, preso Hunt. La squadra è fatta

Arrivi Santoro: «Sono felice che abbia accettato la nostra proposta, perché significa che ripone grande fiducia nel progetto»

Fumata bianca: Dario Hunt è un nuovo giocatore dell’Acqua S. Bernardo Cantù. Pivot classe ’89 originario di Colorado Springs, Hunt può vantare un fisico imponente (206 centimetri per 104 chilogrammi) e un lungo curriculum in Europa.

Hunt a Cantù è un autentico colpo da maestro del general manager Alessandro Santoro che si assicura le prestazioni di un giocatore di prim’ordine, un centro “illegale” per la serie A2.

I due avevano già collaborato nella stagione 2017/2018, quando Santoro era il gm e Hunt il pivot di Brescia, formazione che in quella stagione raggiunse la finale di Coppa Italia, poi persa contro Torino.

«Quando vivi una bella esperienza con un giocatore, è normale non smettere di seguirlo - spiega Santoro -. Con Hunt a Brescia ho condiviso una delle sue migliori stagioni in Italia. Sono felice che abbia accettato la nostra proposta, perché significa che ripone grande fiducia nel progetto tecnico di Cantù, nella società, nel coach e nel sottoscritto. Il fatto che abbia deciso di scendere di categoria ne è la prova, visti gli standard che ha tenuto nel corso della sua carriera». 

Soddisfatte appieno le richieste di coach Meo Sacchetti, che voleva un centro dal grande fisico e aveva messo Hunt in cima alla lista dei desideri. «Hunt è un lungo molto fisico ed era proprio di fisicità che la nostra squadra aveva bisogno per essere completa - le parole di Sacchetti -. Parliamo di un giocatore interno, in grado di garantire un’ottima protezione del canestro e capace di occupare bene l’area. Porterà al gruppo tanta esperienza».  Durante gli anni universitari ha vestito la maglia dei Nevada Wolf Pack, con cui è stato il primo giocatore della storia della Western Conference di NCAA a segnare 1.000 punti, prendere 1.000 rimbalzi e registrare 250 stoppate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA