«Delusi? Sì. Se ne esce giocando. E vincendo»

Basket Cantù e il flop di Coppa Italia. L’analisi del vice allenatore Oldoini: «Squadra, società e ambiente: c’è bisogno di ricompattarsi tutti»

«Delusi? Certo, tutti quanti. Ma ora riprendiamo a correre: vogliamo chiudere al primo posto la regular season». Massimiliano “Max” Oldoini, a Busto Arsizio era al fianco di coach Meo Sacchetti e dell’altro assistente Ugo Ducarello. E parla un po’ per tutti. Ripercorrendo l’eliminazione dalla Coppa Italia in semifinale, ma guardando soprattutto al futuro prossimo.

«Perdere è stato pesante»

«La delusione è stata forte: la società ha fatto sforzi per organizzare, i tifosi ci hanno seguiti in massa. Perdere è stato pesante, anche noi dello staff: si lavora per raggiungere degli obiettivi, se non arrivano non si può essere contenti».

Ma, come già detto da Sacchetti, il campo può aiutare a ritrovarsi.

E domenica Cantù affronterà in casa un’avversaria tosta come Torino, che darà tutto specialmente se oggi dovesse battere Agrigento nel recupero: «Domenica per noi sarà una partita importante. Lo sarà, ancora più che per i 2 punti, per toglierci il pensiero di Busto e della Coppa persa. Dobbiamo guardare avanti, c’è una partita e soprattutto c’è da guardarsi un po’ dentro, in maniera positiva e togliere questi blackout che abbiamo già avuto in passato».

Passaggi a vuoto che sono costati la sconfitta contro Cento: «Tra primo e secondo tempo c’è stata la prova. Abbiamo avuto difficoltà a rimanere in partita contro un’avversaria tosta. Non è un caso che stia facendo così bene: ha lo stesso allenatore da tre anni, con un gruppo di italiani coeso, come Zilli, Moreno, Berti e Tomasini, a cui sono stati aggiunti giocatori giusti per un sistema ormai collaudato, che ha premiato anche in passato. Inoltre, sono stati bravi anche a segnare tre-quattro canestri impossibili. Li affronteremo presto nella seconda fase, sarà un girone di ferro, con squadre e campi difficili: vogliamo darci la solidità necessaria per affrontare quel ciclo di sfide prima dei playoff. Ora compattiamoci: noi, la società e l’ambiente».

Ma come si archivia definitivamente Busto Arsizio? «Giocando e possibilmente vincendo. Abbiamo un primo posto da difendere e conterà arrivare primi, non solo per l’orgoglio, ma anche per possibili arrivi a pari merito al termine della seconda fase. Più di tutto, vincere fortifica, rende mentalmente un po’ più forti. E noi vogliamo giocare per vincere, sempre».

«Casa o fuori chissà se conta»

Anche perché, arrivare primi o secondi nella seconda fase significherà avere il fattore campo a favore nei playoff: «Faremo di tutto per metterci nelle condizioni giuste, ma ricordiamoci anche che Verona non aveva il fattore campo a favore ed è andata in serie A. Non basta giocare in casa per vincere, ma si può anche farlo in trasferta».

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