Dynasty Sacchetti: «Brian o non Brian sarà difficilissima»

Basket Da una parte Meo e Tommy nello staff di Cantù e dall’altra il giocatore riferimento di Treviglio: «Mamma ha sempre tifato per lui, ma domenica non so»

La vera domanda è questa: per chi tiferà mamma Olimpia detta “Holly”? Cantù-Treviglio sarà un incrocio familiare: da una parte papà Meo, coach di Cantù, e il figlio Tommaso suo assistente e video analyst, dall’altra ci sarà l’altro figlio Brian, leader di Treviglio. La mamma, a detta del coach, nei tanti faccia a faccia del passato ha sempre tifato per il figlio. E ora che i figli in gioco sono due, che succede?

«Stavolta è un casino»

La partita sarà importante. Per sdrammatizzare abbiamo sentito il figlio meno famoso, Tommaso. Che, da dietro le quinte, fornisce al padre e allo staff tecnico canturino informazioni preziosissime sugli avversari.

«Un tempo la situazione era più chiara – ammette Tommy – stavolta è un casino… Da piccoli, quando papà allenava in A2, la mamma diceva che Meo doveva vincere. ma Brian doveva giocare bene. Per domenica non so cosa farà».

La settimana sta procedendo bene: «La mamma è andata da Brian a fare la baby sitter, per ora non si registrano tafferugli».

Ma a Vighizzolo, in campo, cosa si può raccontare di Brian alla squadra? «A papà ovviamente ben poco. Gli italiani lo conoscono bene, magari a qualche giocatore con meno esperienza serve un approfondimento. Ma chiaramente daremo la stessa considerazione a tutti gli avversari. Poi, in separata sede e nelle chiacchiere di campo, qualche consiglio in più se mi viene chiesto lo darò volentieri».

Meo-Brian è una storia già scritta, quello di domenica sarà l’ennesimo faccia a faccia tra padre e figlio. Tommy ne ricorda uno, tra i primissimi: «Brian era in A2 a Ferrara, primo anno fuori casa, mentre papà allenava a Castelletto Ticino. Tutti sapevamo, tranne papà, che in settimana Brian si era fatto un tatuaggio. A fine partita, non se ne era ancora accorto. Gliel’abbiamo dovuto dire noi familiari, lui era troppo concentrato sulla partita. Non si arrabbiò più di tanto».

Ed è mai partito qualche “vaffa” a distanza? «Da avversari non credo, di sicuro qualche screzio c’è stato quando Brian ha giocato per papà. Brian pensa prima alla squadra e poco a sé stesso, cosa che a papà non è mai piaciuta troppo. E non mancava di sottolinearlo, specialmente quando poteva prendersi un tiro veloce e invece preferiva passare a un compagno».

Favoritismi? «Mai. In Nazionale fu escluso da papà, prima di un Mondiale».

Cosa dice Brian della sua Treviglio? «Che è una bella squadra, esperta e che punta a salire. Lui è sempre positivo e, ne sono certo, poter battere papà sarà un grande incentivo a dare il 200%».

«Siamo tutti concentrati»

E per Tommaso che partita sarà? «Siamo tutti molto concentrati su noi stessi, prima ancora che sui nostri avversari. La mia sensazione è che sarà una partita difficilissima, a prescindere da Brian. Siamo due squadre che non si nascondono, è una partita molto sentita e già importante. Per noi arriva dopo la sconfitta contro Cremona, non ci poteva essere miglior test per metterci alla prova e per provare a rifarci immediatamente».

E in casa come la mettiamo? «Facciamo così, coinvolgiamo anche mia sorella Alice, la più grande: se lei tifa papà e mamma parteggia per Brian, siamo tutti d’accordo». L. Spo.

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