Progetto Giovani Cantù e il problema delle strutture

Giovani Il lavoro però è stato incessante e i presupposti per ripartire forte nella prossima stagione ci sono tutti

Non è stata una delle stagioni migliori del Progetto Giovani Cantù. Dopo che nei quattro anni prima del Covid era salita sul podio nazionale per sei volte di fila (con due scudetti, due argenti e due bronzi), stavolta la cantera canturina è rimasta a mani vuote.

Ma gli ostacoli non sono mancati: come gli infortuni che hanno bersagliato l’Under 19, o come l’ormai cronica carenza di palestre adeguate.

Il lavoro però è stato incessante e i presupposti per ripartire forte nella prossima stagione ci sono tutti.

“È stato un anno comunque positivo – fa presente il direttore sportivo Thomas Munafò -. E al di là dei risultati, quello che conta è la crescita dei ragazzi. I progressi dell’Under 17, ad esempio, ci danno la consapevolezza che stiamo lavorando bene. L’Under 19 è stata sfortunata, ma sul gruppo dei 2004 punteremo ancora con forza».

L’Under 19 appunto aveva i numeri per arrivare in alto. «Fino a che siamo stati al completo, eravamo anche tra le squadre che facevano la pallacanestro migliore. Tra dicembre e gennaio, però, siamo stati falcidiati dagli infortuni che hanno colpito tutti i giocatori di riferimento per diverse settimane. Così abbiamo avuto un tracollo. È quindi una stagione che va in archivio senza poter essere giudicata».

Al contrario l’Under 17 ha avuto un’escalation, fino alle splendide finali nazionali. Mettendo anche in mostra diversi prospetti. «È stato fatto un percorso ottimo, arrivato all’apice con l’ingresso tra le prime otto d’Italia. Non dico inaspettato, perché i giocatori sono cresciuti durante tutto l’anno, ma che corona questo cammino. Tutto il gruppo si è espresso molto bene, ed è stato bravo coach Mattia Costacurta ad amalgamarlo».

Sempre in tema d’Eccellenza, l’Under 15 ha dovuto accontentarsi della fase Silver. «Per loro è stato un anno di palestra, complici altri gruppi più pronti di noi. Ma è servito per la loro crescita, e già quest’anno con l’innesto dei 2006 ci sarà un mix che trarrà beneficio».

Capitolo palestre, un problema che a Cantù - più che altre parti - sta esplodendo. «È il nostro problema numero uno. Siamo costretti a far allenare dei giocatori, che sono un patrimonio della società, su delle superfici inadatte come quella di via Colombo a Cantù. Diversi infortuni sono nati lì. Il Parini è casa nostra, ma i lavori sono fermi: confidiamo di trovare delle soluzioni alternative con il parquet».

© RIPRODUZIONE RISERVATA