Santoro: «Abbiamo la necessità di aggiornare le foto storiche»

Pallacanestro Il general manager invita Cantù a «volare basso» e punta a valorizzare una cinquina di talenti puri. Nikolic: «Ruolo più preciso». Stefanelli: «Primo tassello». Hunt, Baldi Rossi e Pini: «Potenziato il settore lunghi»

«Vogliate bene a questi ragazzi, abbiamo la necessità di aggiornare un po’ le foto storiche che ci circondano: apprezzate il lavoro che fanno». L’obiettivo non è cambiato («ma lo nomineremo il meno possibile»), la voglia di ottenerlo nemmeno.

Ma, se l’anno scorso le cose hanno funzionato bene, quest’anno dovranno funzionare benissimo per tornare in A. E allora, che fare? Cambiare magari la strada, il modo per conquistare la promozione. Ora, la squadra è davvero più sua, nonostante ci sia un percorso condiviso con tante anime.

La squadra gli piace

Sandro Santoro, general manager della Pallacanestro Cantù, sapeva che qualcosa di differente andava fatto. Ed è stato fatto. «Non è un caso se noi e Udine, le grandi deluse dell’anno scorso, abbiamo cambiato assetto. La cosa che posso dire, dopo questo mercato, è che ora siamo più pronti a prevedere e se possibile a minimizzare i problemi. Ancora consapevoli che è sempre meglio avere pressione che depressione, perché la pressione insegna sempre qualcosa». E, certamente, anche la mancata promozione ha insegnato qualcosa: «Ci servirà a vivere meglio i momenti negativi. Ma ripartiamo da un allenatore come Sacchetti, che ha un animo sereno che si manifesta all’interno e all’esterno. Tutti i collaboratori sono preziosi, per spingere la barca verso l’obiettivo».

«Volare basso» è l’indicazione, ma la squadra gli piace. Dalle conferme ai nuovi arrivi. La scelta di ripartire da cinque giocatori visti lo scorso anno non è ovviamente casuale: «Cinque conferme spesso equivalgono a un giocatore bravo in più e hanno disputato un’ottima stagione. Nikolic avrà un ruolo più preciso, dopo aver fatto tutto ciò che serviva.

Confido poi tanto su Severini, lo scorso anno attanagliato da problemi fisici: è rigenerato e andrà guardato con occhi diversi, Sacchetti gli darà grande serenità, fa molto affidamento su di lui. Stefanelli? È stato il primo tassello, è una di quei giocatori che vorrei avere sempre con me».

A proposito di percorsi e assetti nuovi, Cantù ora con Hunt un giocatore di grande impatto in area: «Non ci sono equazioni nel basket, ma l’idea era di potenziare il settore dei lunghi. Direi che con Hunt, Baldi Rossi e Pini ci siamo. E attenzione al Rogic, vi stupirà. In generale, posso dire che ci sarà, rispetto a un anno fa, più rispetto di regole e gerarchie».

Ds Frates «strategico»

Ma è la “sua squadra? «Sicuramente ho sentito la fiducia di tutti, dopo aver coinvolto tutte le parti in causa. Certamente, rispetto all’ultima A2 che feci otto anni fa, le cose sono molto cambiate. Abbiamo fatto del nostro meglio, consapevoli che vendiamo emozioni, un club sportivo tranne rari casi ha questo come unico scopo: questa emozione vogliamo trasferirla in un progetto ambizioso e vincente».

E si guarda già al futuro e alle prossime sfide, con una novità importante: «Impossibile non farlo perché abbiamo gettato le basi per la nostra nuova arena a Cantù, grazie al lavoro della società. E pensiamo anche a nuovi giocatori e a nuove idee: il ds Frates sarà strategicamente importante, perché farà anche scouting per visionare e reclutare i giocatori di domani». L. Spo.

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