Stefanelli, l’uomo di Coppa (Italia): «Una sfida tosta»

Basket Capitolo a parte per Sacchetti (ne ha vinte tre), è l’unico di Cantù ad avere trionfato nella kermesse di A2: «Tutta esperienza che servirà nel finale di stagione»

Il re incontrastato di Coppa (Italia) è lui, coach Meo Sacchetti. Ma le ha vinte al piano superiore, in serie A: due consecutive con Sassari nel 2014 e nell’anno di grazia 2015, quando con i sardi realizzò una leggendaria doppietta, vincendo anche il campionato. E poi, nel 2019, si aggiudicò la terza Coppa Italia quando allenava la Vanoli Cremona.

La Final Four di Busto

In poche parole, un autentico specialista in materia. E l’auspicio dei tifosi è che questa spiccata predisposizione possa giovare a Cantù in questa edizione della Final Four Lnp di Busto, che la S.Bernardo comincerà con semifinale contro Cento.

Tra i giocatori, alcuni hanno disputato in passato la Final Eight, ma è il solo Francesco Stefanelli ad aver alzato il trofeo. L’ha vinta cinque anni fa, quando giocava a Tortona.

Le Final Eight si disputarono a Jesi e Fabriano, Tortona in finale superò Ravenna 89-57, con una prestazione super di Stefanelli, autore di 19 punti con 5/5 da 2 e 3/5 da 3: «La ricordo molto bene – commenta il giocatore di Cantù – e la vincemmo molto bene perché prima battemmo Trieste con Da Ros di quasi 30 punti ai quarti, andammo bene anche contro Biella in semifinale, fino al trionfo finale».

Tre giorni – perché allora e fino all’anno scorso alle finali si disputavano anche i quarti – per Stefanelli a dir poco straordinari: «Giocammo molto bene e vincemmo contro ogni pronostico, perché delle otto in corsa eravamo la squadra meno accreditata».

E questo è un aspetto da non sottovalutare: «Certamente le outsider vanno tenute in grande considerazione, non sempre vince la favorita. Saranno due partite secche, può succedere qualsiasi cosa in partite così. È una competizione breve, ma difficile da vincere, oltre che molto dispendiosa dal punto di vista fisico e mentale. Di solito, la vince chi è più in forma in quel determinato periodo. Ma per chi la vince, garantisco che è un’enorme soddisfazione e un trofeo in più da mettere nel palmarès».

Altro particolare, alle Final Four giocano le migliori squadre della A2: «È un aspetto intrigante, perché prima o poi con qualcuna di queste ci rivedremo alla seconda fase o ai playoff. Quindi è giusto giocarsi già al massimo queste due partite, sperando che siano due, perché faranno già entrare nel clima giusto che affronteremo nelle partite importanti della stagione per la lotta promozione».

Se la prima semifinale sarà tra Cremona e Torino, due squadre che bene o male già si conoscono, a Cantù tocca Cento, unica del girone Rosso qualificatasi per la Final Four.

«Molto compatta»

Che avversario aspettarsi? «È una squadra che sicuramente gioca bene insieme, fa dell’unione la sua forza ed è molto compatta. Sta incentrando il proprio gioco sui due piccoli piccoli Marks e Tomassini che, al di là dei punti che possono segnare, sono i veri veicoli del gioco. Se Cento si è qualificata e anche ora è seconda in classifica, un motivo c’è e se lo merita davvero».

Sarà partita vera, senza alcun dubbio: «È quello che ci aspettiamo – conclude Stefanelli – e vogliamo farci trovare pronti per una sfida tosta sotto tanti aspetti. Ma questa per noi è una motivazione in più: conosceremo una squadra forte e che non si nasconde. Tutta esperienza che ci servirà nel finale di stagione».

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