Stefanelli non scappa, raddoppia. «Sì, c’era la A. Ma Cantù è Cantù»

Basket Il rinnovo dell’esterno costituisce la prima pietra per la costruzione della squadra. «Ho sentito grande fiducia da parte del coach e del club, la proposta non era affatto banale»

Non è scappato dopo gara 5. Anzi, ha già raddoppiato firmando un biennale con la Pallacanestro Cantù. Dopo aver scelto il coach, la società ha deciso la prima pietra della nuova squadra, ossia Francesco Stefanelli.

Il giocatore è in vacanza, ma ha già le idee chiare. E ha già programmato il suo futuro: «Ho sentito grande fiducia da parte del coach e del club, evidentemente mi hanno ritenuto un giocatore importante per il progetto - dice l’esterno toscano -. La proposta di un percorso comune non era affatto banale e non volevo lasciarmela scappare. È vero, c’erano un paio di società di A sulle mie tracce, ma Cantù è Cantù. Non potevo dire di no».

«Un anno importante»

Stefanelli ripartirà da un contratto biennale, per riprovare a vincere: «Per me quello appena finito è stato un anno importante, nonostante la mancata promozione. Non è una gara5 persa a farmi cambiare idea e, anzi, sono ancora più carico. Forse anche più maturo: anche io ho forse capito cosa serve davvero per vincere. Poi questa è davvero una piazza a sé, dove si respira pallacanestro e dove ci sente giocatore a tutti gli effetti».

Anche la tifoseria è stata una “molla” che l’ha convinto a firmare nuovamente con Cantù: «Il calore dei tifosi è importante, per me è stato indimenticabile: sarà la chiave della prossima A2. La mancata promozione non ha portato proteste e sconvolgimenti: nella sconfitta, Cantù si è compattata e sta ricreando entusiasmo. Lo scorso anno il Covid, le scelte dei tifosi, il peso della retrocessione si sono fatte sentire. Ora però mi sto già immaginando il tifo, stavolta non da maggio ma fin dalla prima giornata: mi chiedo quante altre squadre in Italia possano contare su un pubblico come il nostro».

«Un segnale fortissimo»

Una spinta che Stefanelli ha avvertito in maniera chiara ai playoff: «Se i tifosi mantengono questo entusiasmo e noi saremo compatti con loro e con l’ambiente, sarà un valore importante. Il mio sogno era, ed è, vincere a Cantù. Dopo il grande entusiasmo in gara3 contro Scafati, sotto 2-0, al PalaBancoDesio ci hanno dato un segnale fortissimo».

Resta, come un grande punto interrogativo, l’approccio della squadra in gara5. Stefanelli prova dare una lettura della partita che è costata la promozione a Cantù: «Ce lo chiediamo anche noi. Non credo ci sia un solo motivo, ma è stato un insieme di fattori. Credo che non fossimo pronti per disputare una partita così importante, in un campo così caldo. Scafati è stata più intensa e lucida di noi: se mai ci sarà un’altra gara5, saremo più pronti».

Altra sfida importante, la prospettiva di una stagione con Meo sacchetti in panchina: «La sua presenza ha influito tanto nella mia scelta. Mi incuriosisce l’idea di essere allenato da uno come lui, saprà darci tanto. L’ho sempre visto in televisione, sarà emozionante lavorare al fianco di un tecnico con la sua fama». L. Spo.

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