Battocchio: «Sfida intrigante
A Cantù non si può dire di no»

Parla il nuovo allenatore della Libertas in serie A2 maschile

«Cantù, per me, sarà una grande opportunità di crescita umana e professionale». «Subito in sintonia» con il presidente Ambrogio Molteni, Matteo Battocchio, neo-allenatore della Pool Libertas, si mostra subito determinato: «Sono sicuro – dice - che riusciremo a fare bene. Il mio obiettivo è far crescere il gruppo di giocatori che stiamo costruendo, lavorando tanto sia sull’aspetto tecnico sia su quello umano».

La Serie A2 2020-2021, a suo dire, «non sarà sicuramente un campionato facile». Il primo pensiero va al cambio di palazzetto (a causa dei lavori di ristrutturazione del Parini, la truppa di Molteni si trasferirà a Casnate con Bernate) e alla conseguente necessità di fare del PalaFrancescucci quel «fortino» che il Parini è sempre stato per Cantù.

«In questo momento siamo alla finestra per capire quali saranno le regole dei prossimi campionati tra promozioni, retrocessioni e salvezze. In base a queste allestiremo il roster. Sicuramente ci saranno tanti ragazzi, con l’obiettivo di fare crescere certi tipi di giocatori e di testarli anche in vista di un successivo approdo in SuperLega».

Cantù fucina di potenziali campioni, dunque, ma anche luogo ideale per fare sport nel modo giusto.

«La Libertas è considerata un’isola felice, una società dai margini di crescita importanti anche grazie al progetto intrapreso con Monza. La possibilità di lavorare con giovani di prospettiva e di interagire con il Vero Volley è un motivo di crescita importante anche per me».

Per uno che si definisce «in formazione continua», entrare in un contesto del genere è un passo davvero significativo. Ciò, partendo dalla certezza di una società, appunto Cantù, considerata un modello: «Il nome che Cantù ha nella pallavolo italiana è importante. Alla Libertas è riconosciuta serietà dei progetti e delle persone che la compongono e possibilità di lavorare in serenità. Si tratta di componenti importanti per fare bene». Gli ingredienti, insomma, a suo dire ci sono tutti per programmare una stagione di livello per far dimenticare quanto di negativo accaduto nel corso dell’ultimo anno sportivo, culminato con la salvezza amministrativa dettato dallo stop imposto dal coronavirus.

«Mi ha convinto l’essere voluto così tanto da Cantù. Mi sono sentito apprezzato sia dal presidente sia da Monza, perché si tratta di un’operazione fatta tutti assieme. A Cisano c’era un accordo che loro avrebbero voluto rinnovare. Lì mi sono trovato bene e, infatti, ho rifiutato molte proposte arrivate da febbraio in avanti».

«L’opportunità concessa dal presidente Molteni, però, era assolutamente da non perdere. Questo non soltanto per la categoria, ma anche per la mia personale crescita». Ora, come detto, c’è da pensare alla squadra. Di nomi, ovviamente, ancora non ce ne sono. Alle prossime settimane il compito di svelare le carte tra conferme e nuovi arrivi.

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