Bayehe e una Nazionale da libro Cuore
«Dopo sei anni ho rivisto la famiglia»

Il racconto del camerunese dell’Acqua S. Bernardo Cantù

«Grazie alla Nazionale del Camerun: sono cresciuto e ho rivisto i miei familiari». Grande, grandissima esperienza per Jordan Bayehe, lungo della Palla Canestro Cantù che, al pari di Gabriele Procida con l’Italia, ha debuttato con il Camerun, mettendo anche a segno i suoi primi punti con la selezione del proprio Paese, che ha conquistato l’accesso agli AfroBasket, l’equivalente africano degli Europei.

Tornato a Cantù, l’ala-centro ventunenne ha messo anche i puntini sulle “i”, perché la Fiba gli ha tolto due punti: «Sono davvero felice, questa è stata un’esperienza meravigliosa. Ho segnato 12 punti contro la Guinea con 8 rimbalzi, lo stesso ho fatto nella sconfitta contro la Costa d’Avorio, ma per le statistiche ufficiali sono solo 10… A parte questo, ritengo sia stata una partecipazione costruttiva: torno migliorato, come giocatore e persona».

Per Bayehe, inoltre, c’è stato l’abbraccio con la famiglia, che non vedeva da quasi sei anni: «Da quando sono in Italia non sono più tornato in Camerun. Al palazzetto era ammesso un numero limitato di persone, loro sono riusciti a entrare: mi hanno visto giocare per la prima volta, è stato emozionante». Si è giocato nella bolla di Yaoundè, la città natale di Bayehe: «Ho potuto toccare con mano il grande entusiasmo per il basket da parte dei miei connazionali: quando me ero partito per l’Italia, non era così. In quel momento ho capito esattamente che non ero tornato in gita nel mio Paese, ma che la gente aveva delle aspettative. Insomma, la pressione si è fatta sentire».

Il ct Lazare Adie Ngono gli ha dato parecchia fiducia: «Ero molto calmo nell’approccio delle partite e fiducioso in me stesso. Ci tenevo a far bene al debutto in Nazionale, credo di essere andato bene. Ora spero di andare agli AfroBasket in Ruanda, a fine agosto».

Bayehe si porterò questa esperienza anche in campionato: «Mi servirà tanto, la Nazionale è un momento di crescita per ogni sportivo. Il fatto di aver rivisto anche la mia famiglia mi darà una spinta ancora maggiore per migliorare e aiutare Cantù: ho una grande carica». Del resto, anche Bucchi gli sta dando molta fiducia, come dimostrato prima della lunga sosta nei due match contro Varese e Venezia: «Sto vivendo il mio miglior periodo e sono molto contento di quello che sta facendo coach Bucchi per me: mi ha creato le condizioni per far bene, non mi sono mai sentito sotto pressione in maniera forte, mi ha sempre detto di fare le cose che so fare».

Con tanti lunghi, forse Bayehe ha scalato le gerarchie: «È un problema solo di numeri il discorso della gestione. Dobbiamo solo capire come difendere meglio di squadra: serve trovare la chimica giusta per affrontare e dominare le partite». Ora ne arrivano tre importantissime: «Fondamentali, ma come tutte le altre. Ora non si possono fare calcoli e non c’è più una partita che valga di più o di meno. Non ci sono più partite in cui si parta battuti. A Venezia, per esempio, abbiamo tenuto testa a una grande squadra, dobbiamo continuare su questa strada».

L.Spo.-Luca Pinotti

© RIPRODUZIONE RISERVATA