«Bella la lotta salvezza
Toglie il basket dalla noia»

Intervista a Valerio Bianchini, uno che ha fatto la storia di Cantù e guarda da lontano le vicende del campionato

«La serie A di oggi? Dimenticata o quasi dai grandi giornali, per fortuna c’è una lotta salvezza appassionante, che terrà viva l’attenzione fino alla fine».

A dirlo, un grande dispensatore di concetti come Valerio Bianchini. Uno che potrebbe, raccontando un paio di aneddoti, tenere corsi di comunicazione nelle Università. Uno che per Cantù è un mito (e non solo per Cantù), con uno scudetto, una Coppa di Campioni e una Coppa Coppe vinta in Brianza a cavallo tra il 1979 e il 1982.

«Il basket ha carenze nella comunicazione, nella tv in chiaro c’è poco o nulla, sui giornali l’argomento è dimenticato, per fortuna esistono i giornali locali che tengono viva la fiammella. A Roma, per esempio, nessuno parla di basket. E questo è un grave danno: il fatto che nei bar arrivino i giornali è sempre stata una cosa interessante, magari qualcuno legge un titolo accattivante, vede una bella foto. Purtroppo gli allenatori parlano poco, pure quelli bravi: la comunicazione è stringata, stereotipata. Chissà perché, per ogni allenatore, l’ultima in classifica meriterebbe sempre qualcosa in più… Manca un po’ di pepe, qualche polemica. Tipo le mie con Peterson…»

Previsioni per Cantù? «Posto che il livello della A è bassino, credo che Cantù abbia le chance per salvarsi. Io ci spero tanto, Cantù per me ha sempre un posto speciale nel cuore. Cantù ha una fortuna che altri non hanno: ha sempre un popolo fedelissimo e questo è un grande merito. Di fronte alle difficoltà, il tifo si unisce, collabora e aiuta la società». Speriamo sia così.

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