Boev va a Chieti. Ma non è un addio: «Tornerò»

Giovani «Voglio tornare qui l’anno prossimo per fare la serie A1 con Cantù. Purtroppo nella stagione passata sono stato fuori per una brutta appendicite»

 «È un arrivederci, non un addio. Voglio tornare qui l’anno prossimo per fare la serie A1 con Cantù».

Esordisce così il centro russo classe 2001 Ilia Boev, che nei giorni scorsi ha trovato un accordo per un prestito annuale con la Lux Chieti Basket 1974, formazione impegnata nel girone Rosso di serie A2. Il cartellino resta quindi di proprietà di Cantù, che l’anno scorso aveva fatto sottoscrivere a Boev un contratto triennale.

Alto 208 centimetri per 110 chilogrammi Boev ha iniziato a giocare a pallacanestro solo cinque anni fa, visto che prima faceva atletica leggera e la sua specialità erano i 400 metri piani. Venne scoperto dall’ex coach del Progetto Giovani Cantù, Antonio Visciglia, e da Tommy Munafò. Decisivo fu un video che mostrava questo ragazzone durante un allenamento di atletica a Mosca. Non giocava a basket, ma a 16 anni era già alto 206 centimetri. Dal 2017 al 2020 Boev ha vestito la maglia del Team ABC Gorla Cantù tra Under 18, Under 19 e serie C Gold. Poi la serie B con la Robur Et Fides Varese, un’annata culminata con la salvezza e un totale di 22 presenze in campionato (media nella stagione regolare di 4,2 punti e 7,1 rimbalzi). L’anno scorso agli ordini di coach Marco Sodini ha collezionato dieci apparizioni complessive con una media di 0,8 punti e 1,5 rimbalzi a partita.

«Purtroppo nella stagione passata non ho registrato un grande minutaggio, perché sono stato fuori per una brutta appendicite - sottolinea -. Poi una volta rientrato è arrivato Marco Cusin nel reparto lunghi, quindi lo spazio per me era poco. Sono comunque felicissimo di aver vissuto l’annata in serie A2, una stagione in cui ho fatto grande esperienza. Ho potuto imparare tantissimo, allenandomi con giocatori del calibro di Cusin e Matteo Da Ros. Resta la delusione per aver mancato la promozione di un soffio, ma ormai è andata. Sono però sicuro che se avessimo avuto il vantaggio del fattore campo, sarebbe finita diversamente». 

Cosa l’ha convinta di Chieti? «Ho già avuto modo di parlare con coach Stefano Rajola, un allenatore che dà molta fiducia ai giovani e questo è un aspetto fondamentale per il mio percorso di crescita - rilancia -. Sì, indosserò la maglia di Chieti, ma continuerò a tifare Cantù, perché voglio tornare tra un anno con la squadra in serie A1 e potermi giocare le mie carte per rimanere nel massimo campionato». 

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