Brienza: «Cantù nel mio futuro?
Magari, ma dovrò meritarmelo»

Intervista con il tecnico canturino che quest’anno ha allenato i Lugano Tigers nella massima serie svizzera.

A momenti, al primo colpo, si prende la finale per il titolo svizzero di basket. C’è mancato infatti davvero poco che Nicola Brienza, alla sua prima esperienza lontano da Cantù nonché in “terra straniera” raggiungesse un traguardo insperato e per certi versi incredibile sia per lui sia ovviamente per la squadra che allena ovvero i Lugano Tigers.

Per un nulla...

«Gara-4 di semifinale contro il favorito Monthey: conduciamo la serie 2-1, giochiamo in casa e vincendo andiamo in finale. Sotto di 2 punti, a 6” dal termine chiamo timeout. Rientriamo e a 3” infiliamo la tripla del +1. In quel momento il sogno si sta avverando e tocchiamo il cielo con un dito. Forse lo tocchiamo troppo a lungo visto che ci dimentichiamo di difendere prendendo un canestro da 8 metri. Fatalità, certo, ma avessimo in qualche modo opposto resistenza forse non sarebbe andata così».

E in gara-5 da loro il sogno si è definitivamente infranto.

«L’evento casalingo è stato traumatico. Come aver accusato un montante che ci ha stordito. Così, alla “bella” noi siamo giunti scarichi mentre i nostri avversari erano belli elettrici. E non poteva finire diversamente che con un loro successo».

Le piacerebbe un giorno tornare a Cantù?

«È casa mia, Cantù, come potrei restare indifferente all’eventuale richiamo della foresta? Nel caso, dipenderà dal fatto se nel frattempo sarò stato bravo io perché la chiamata vorrei meritarmela per ciò che ho saputo costruire e non quale gesto di riconoscenza per il mio lungo trascorso canturino».

La prossima stagione dove sarà?

«Ancora non so. L’esperienza all’estero mi ha dato molto e sarei disposto a continuarla, ma da italiano però se vi fossero opportunità interessanti nel mio paese le valuterò attentamente».

L’intervista completa sulla Provincia di venerdì 2 giugno

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