Album Como: fotografia della stagione

Il film La passione dei tifosi, in casa e in trasferta, i tanti stranieri al Sinigaglia, il cambio in panchina. E ancora la grinta di Cutrone, il ritorno di Chajia, la visita di Hartono: le immagini più belle dell’anno

Si può raccontare una stagione attraverso una fredda cronaca dei fatti accaduti, oppure farsi cullare dalla emozioni e dalle immagini che ci frullano nella testa. Flash, bagliori, vampate. Ci ha aiutato l’archivio del nostro fotografo, Fabrizio Cusa, che ha raccontato con il suo obiettivo la stagione. Scusate se l’immagine più grande l’abbiamo dedicata ai tifosi. Le emozioni sul campo sono state comunque tante, ma un 12° posto non giustifica l’entusiasmo con cui è stata seguita la squadra, in casa e (soprattutto) in trasferta. Abbiamo scelto l’immagine di Genova, perché è stata una delle più numerose e perché forse quella rimasta più nel cuore di quelli che vi hanno partecipato. Ma ci sono state anche Venezia, Modena, Brescia, Cittadella. Un legame tra squadra e gente, ma anche tra squadra e il vivere lo stadio, assolutamente nuovo.

Stadio

Già che parliamo di stadio, abbiamo dedicato altre tre foto a momenti “ambientali”. Per esempio al fenomeno speciale, esploso quest’anno, degli stranieri allo stadio, di tutte le nazionalità, ma con una preponderanza inglese, forse per via della proprietà e della presenza di Wise. Poi c’è il flash emotivo della partita sospesa con il Frosinone per via di un malore di uno spettatore sugli spalti. Tutto finito bene, per fortuna, ma sono stati momenti concitati, mai visti, con il capo tifoso che invade il campo e fa sospendere la partita per accelerare i soccorsi. E poi il blackout dell’impianto di illuminazione a Como- Brescia, quei minuti surreali al buio, con le tifoserie che cantavano senza vedere nulla.

Passando al campo, beh a parte la vicenda Fabregas che trattiamo nelle notizie più in basso, l’altro big scritturato è stato Cutrone. La sua storia è riassunta in quell’immagine sotto la curva: a ogni gol ha voluto ribadire la sua scelta di venire a Como. E di restarci, come quella volta che dopo il gol al Cosenza, urlò alla curva «Io resto qui», per rispondere alle voci che volevano altrove a gennaio.

Non poteva mancare una immagine di Chajia. Un Chajia sorridente, per la precisione. Lui è il bagliore più forte della stagione azzurra. Soprattutto un faro puntato sul futuro. Tutti hanno giustamente paura che possa succedere qualcosa alla sua integrità fisica, ma con un Chajia sano cambia tutto, lo spessore della squadra, ma anche la qualità dello spettacolo che si va a vedere allo stadio. Un giocatore che può cambiare completamente la prospettiva dell’appuntamento con la partita, per addetti ai lavori e spettatori.

Un’altra immagine è dedicata ad Arrigoni. Come simbolo della vecchia guardia che non ha mai mollato. Gabrielloni, Bellemo, Iovine, Solini, Arrigoni: gente che è arrivata in C (qualcuno addirittura in D) e che si è ritagliata un ruolo da protagonista anche in serie B. Con un legame con l’ambiente che si percepisce a distanza. Una determinazione che fa la differenza. Poi c’è la fotografia di Longo, necessaria: il tecnico è arrivato in un momento in crisi, ha saputo ristabilire una credibilità alla squadra. Un allenatore che divide: tra chi ne apprezza intelligenza tattica, equilibrio, dedizione e chi ne contesta la troppa prudenza nell’approccio. Tra questi ultimi c’è la speranza che, partendo da zero, senza dover rincorrere (forse: nessuno può dire cosa succederà l’anno prossimo) possa essere più spesso offensivo.

La visita

Infine una fotografia non spettacolare, ma significativa: la visita di Hartono junior a Como. Non operativa, intendiamoci, ma assolutamente di spessore. Una visita che apre uno spiraglio sull’attenzione, per certi versi ancora misteriosa, della famiglia Hartono nei confronti della vicenda Como. Ma la cui gittata sembra essere solo all’inizio della sua potenzialità.

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