Allenamento a porte aperte
Cori per i giocatori

Per lo più ragazzini usciti da scuola, ma anche tifosi noti ed esponenti della curva con tanto di bandieroni

Comincia a piovere a dieci minuti dall’inizio dell’allenamento a porte aperte. Ma questo non disorienta chi vuole sfruttare l’occasione di salutare la squadra. Così, verso le 15.30, cominciano ad affluire tifosi sulla tribuna dello stadio. Per lo più ragazzini usciti da scuola, ma anche tifosi noti (c’è il famoso Pino che abita in Venezuela, c’è Massimo Fusi ex presidente del Centro Coordinamento) ed esponenti della curva con tanto di bandieroni. Un’oretta o poco più di lavoro della squadra sotto l’acqua, tiri in porta, qualche tiro piazzato. Quando la squadra si avvicina alla barriera per depositare la porta da allenamento tutti si alzano in piedi per applaudire («Siamo sempre con voi»).

Ma le scene più belle sono a fine seduta. I giocatori non scelgono il tunnel che porta dal campo agli spogliatoi, ma decidono di passare dal cancello che dà dal campo alla tribuna. I ragazzini si precipitano giù dalle scale e, uno a uno, attorniano i giocatori per un selfie o un autografo. Non stiamo parlando di folle oceaniche eh, beninteso, siamo sempre a Como. Ma è stata una bella scena.

Tanto che un tifoso che guardava da distanza, appoggiato alla ringhiera, tra sé e sé diceva: «Sarebbe bello che queste occasioni si presentassero più spesso, magari una volta al mese. Fanno bene, questi ragazzini diventano matti. E molti di loro, grazie a un autografo, la domenica poi vengono allo stadio».

Il clima è bello, nonostante la pioggia. I ragazzi prendono acqua senza fare una piega. Quando esce Gattuso, c’è un bell’applauso, l’allenatore stringe mani a destra e manca. Ma il coro più forte è per Albertone Cerri, preso letteralmente d’assalto: «Resta con noi Alberto Cerri», e poi «Se saltelli resta Alberto Cerri» e tutti che saltano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA