Bellemo, che crescita
«E segnerò ancora»

«Sono andato oltre le mie stesse aspettative. Se penso che un anno fa a quest’ora non sapevamo nemmeno ancora se saremmo riusciti a salire...»

Qualche mese fa Giacomo Gattuso lo definì il giocatore rivelazione del campionato. Di tutta la serie B. Oggi Alessandro Bellemo non sorprende nemmeno più, tanto ci si è abituati al suo rendimento. Anzi, fa notizia quando gioca un po’ sottotono, cioè quasi mai.

Capitano buongiorno, come va?

Bene, tutto bene. Siamo sereni e felici. Felici anche di poterci riposare un po’ questa settimana, ci voleva davvero.

Prima di Perugia sembrava che non dovessi giocare, invece ...

Alla fine della partita con la Ternana ero stanchissimo, avevo preso una ginocchiata nella coscia, un male... Aveva ragione il mister, ero davvero zoppo per qualche giorno. Ma c’era da superare quest’ultimo scoglio, a Perugia, con la squadra in emergenza,per poi poter rifiatare un attimo. E’ valsa la pena di fare uno sforzo.

Per fermarti c’è voluta solo una squalifica.

Con la Cremonese, sì. Tutte le altre le ho giocate.

Onestamente, ti saresti mai aspettato di poter fare una stagione così, in serie B?

No, sono andato oltre le mie stesse aspettative. Se penso che un anno fa a quest’ora non sapevamo nemmeno ancora se saremmo riusciti a salire...

Qual è il tuo segreto, a parte la tenuta fisica strepitosa? Come ci sei arrivato a fare un campionato del genere?

Mi pongo degli obiettivi, sempre. Il primo era quello di riuscire a giocare il più possibile, poi quello di fare buone gare. Poi ho cominciato a pensare al primo gol, dopo il primo di provare a farne un altro, poi di raggiungere prima possibile la salvezza... È chiaro che sono anche fortunato perché non ho mai avuto acciacchi, ma so anche che non sono un giocatore che può permettersi di giocare da fermo. Se cala la mia condizione divento un giocatore mediocre, quindi questo è un aspetto da curare molto.

A 26 anni di tempo ne hai ancora tanto, ma vedendoti giocare noi ci domandiamo come mai in B non ci sei arrivato prima. Te lo chiedi anche tu?

Si, ma so anche la risposta. Perché ho avuto altre opportunità, con il Padova, con la Spal con cui ho conquistato la promozione dalla C. Non ero il giocatore che sono adesso, evidentemente. Non era il momento. Oggi non mi sento il giocatore di prima, sono molto migliorato.

In cosa, per esempio? Nei gol?

Ogni tanto ci penso, penso che sarebbe ora di farne un altro. E mi viene da ridere, perché il gol è proprio una cosa a cui fino a poco tempo fa non avevo mai pensato in vita mia... Comunque, prima della fine della stagione un altro lo faccio.

Quattro e quasi di fila. Mica poco.

E tutti abbastanza importanti, questa è stata la cosa che mi ha dato più soddisfazione. Bello quello con il Monza, quello con l’Alessandria, ma l’emozione più grande me l’ha data il gol a Brescia. Perché era il primo, arrivato quasi al 90’, era il 2-3, il gol del vantaggio su un campo così importante...

Cose che poi hanno portato ad aspettarsi da questo Como anche di più di quello che forse è legittimo attendersi. O no?

Sì, abbiamo notato che la gente vuole anche di più, ed è una cosa bella da un certo punto di vista. Poi però bisogna anche rendersi conto che non si può dare tutto per scontato. Dopo 6 partite avevamo 3 punti, siamo riusciti a raddrizzarci e a fare molto bene, ma resta un campionato molto difficile. Normale e giusto che i tifosi pretendano, ma va elogiato il fatto che abbiamo centrato l’obiettivo molto presto.

Credi che si sarebbe potuto avere anche di più, o questa è la posizione di classifica giusta?

A un certo punto guardandomi intorno, durante gli allenamenti, anch’io ho pensato che si potesse avere anche di più. Però guardo la classifica e non vedo davanti a noi squadre che meriterebbero di meno, nessuno di chi è davanti ha rubato nulla. Forse avremmo potuto fare qualcosa in più se non avessimo avuto certe perdite, parlo di un giocatore come Chajia, per esempio. Ma questa squadra ha un grande merito.

Cioè, quale?

Non è mai, ma veramente mai, successo che qualcuno di noi abbia detto “oggi è dura” perché manca questo o quello. Nessuno di noi si è mai lamentato, nessuno ha mai cercato alibi. E questo significa tanto, se pensiamo che ci sono state partite in cui ha dovuto giocare quasi la squadra dell’anno scorso. Il Como è forte per questo. Penso a uno come Facchin, a Bertoncini e Solini, giocatori che si sono confermati in B con la stessa sicurezza della C. E non erano cose scontate. Ognuno sa essere la spinta per gli altri.

E la coppia Bellemo-Arrigoni?

È un privilegio averlo di fianco, muoversi sapendo che l’altro c’è. E siamo migliorati tanto anche insieme, a livello di intesa. Sappiamo capire quando è il momento di restare in posizione, perchè uno dei due è stanco.

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