Como, arrivano i nostri. Pronto il mago Chajia ma senza il suo “guru”

Serie B Convocato e non entrato con il Sudtirol. Moutir potrebbe fare il secondo debutto in azzurro dopo quasi un anno di stop per il grave infortunio

Salagadula megicabula bibbidi-bobbidi-bu: la leggendaria formula magica di Cenerentola nei Cartoon della Disney, roba da bacchetta magica, dopo metaforico trasferimento nel mondo calcistico azzurro, può abbinarsi bene al nome di Moutir Chajia. Il maghetto azzurro. Pepeee-pepeeee-pepe-pepe-pepeeee, arrivano i nostri. L’uomo che ci ha fatto sognare, che lascia una scia di stelline quando calcia, che inventa e salta l’uomo, è pronto a rientrare. Quasi un anno dopo il suo infortunio a Como-Parma, del novembre scorso, rottura del tendine rotuleo del ginocchio destro e un lungo periodo di degenza.

In panchina

Chajia, tornato in gruppo a Bormio, è stato convocato per la prima volta per Como-Suditirol ma non è entrato in campo, anche forse per via della situazione contingente (il Como in dieci uomini). Adesso, per Como-Spal, ci si aspetta (o almeno si spera) una sua chiamata in campo, probabilmente a partita iniziata. Il giocatore è atteso da speranze e aspettative forse persino esagerate, in primis da parte nostra, ma che ci volete fare? In un calcio sempre più ingessato e sempre più schematico, quando trovi uno capace di spaiare le carte, scombinare i piani e far saltare le difese, ci si innamora facilmente.

Infatti sono bastate poche partite per vedere in curva addirittura uno stendardo con l’immagine della sua maglia. La novità rispetto a un anno fa è che non troverà il suo mentore Giacomo Gattuso a guidarlo dalla panchina, soprattutto a dargli la tranquillità, la fiducia e la possibilità di sbagliare di cui hanno bisogno fantasisti come lui. Perché la storia di Chajia è particolare: un fenomeno nella primavera del Novara sotto le mani di Gattuso, poi in ombra in altre esperienze tra cui Ascoli, Entella e Zagabria, e poi di nuovo luminoso nel Como del ritrovato Jack (che lo aveva voluto).

Fiducia

«Con lui mi sento in fiducia», aveva detto spiegando la sua rinascita qui. C’era stato addirittura un Como con Chajia (ficcante come un raggio laser) e un Como senza Chajia (più prevedibile). Adesso gli esami sono tanti: il primo, ritrovare confidenza con i dribbling e con le sterzate e le frenate brusche, cosa non scontata dopo un infortunio del genere (ma chi lo ha visto in allenamento lo descrive come il vero Chajia); il secondo, stabilire il feeling con il nuovo tecnico. Se sarà D’Angelo, con il 4-3-1-2 sarebbe già più dura. Ma chi dice che non cambierà assetto per lui? Calma. Per ora alziamoci tutti in piedi ad applaudire: Chajia è tornato.

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