Como, i big scaldano i motori. Le carte per la corsa salvezza

Serie B Il recupero di Parigini, quello di Fabregas e i segnali di Baselli. Forse potrà vedersi presto la squadra sognata. Intanto la cabala del 95’...

Questione di punti di vista. Il pareggio del Como con il Pisa suscita reazioni e commenti diversi, in qualche caso addirittura opposti.

Si può guardare la partita dal lato di chi sottolinea che il Como aveva la partita in mano, e addirittura la possibilità di chiuderla dopo mezz’ora se Cerri non avesse sbagliato il rigore. Ma si può, e si deve, anche considerare che fino a pochi secondi dalla fine il Como stava comunque perdendo. E che con grande determinazione è riuscito a evitare la sconfitta.

Bilancio

Di sicuro, tirando le somme, c’è che se il Pisa nelle ultime quindici partite ha perso una volta sola qualche motivo ci sarà. E che se contro una squadra così forte si riesce a fare risultato pur commettendo due errori assolutamente determinanti – il rigore fallito e il primo gol nerazzurro favorito da un rinvio sbagliato del portiere – c’è più da essere soddisfatti che da arrabbiarsi.

Non c’è niente di ingiusto in questo risultato, e il fatto che il Como abbia creato diverse occasioni senza sfruttarle nel momento in cui era opportuno farlo non legittima alcuna recriminazione, anzi.

Il punto è un altro. Se dopo ventuno giornate la squadra è ancora in zona retrocessione significa che non è lì per caso. Ormai non si può più nemmeno pensare alle conseguenze di un inizio difficile, proprio il Pisa insegna.

Quando ci fu il cambio in panchina, da entrambe le parti, i nerazzurri erano dietro al Como in classifica, ultimi. Oggi sono sesti. E allora vale la pena di risintonizzarsi sulla situazione. E prendere da questa partita le cose buone, che ci sono.

Del gol nel finale si è detto, ed è un grande segno di vitalità e determinazione. Specie per una squadra che di gol nei minuti finali negli ultimi mesi, diciamo pure anni, ne ha presi tanti e che invece stavolta è riuscita a fare il contrario.

Poi ci sono altri temi positivi importanti: il buon gioco e la produttività offensiva che si è vista sabato, con giocate di qualità. L’importante recupero di Fabregas, che ha dato qualità e sostanza notevole per almeno metà gara, e nelle prossime giornate i suoi minuti buoni possono solo aumentare. L’ottima partita di Parigini, un giocatore che nel girone di andata è mancato, per vari motivi. La riproposizione della difesa a tre, ancora una volta nel complesso soddisfacente, che libera risorse in più a centrocampo e in fase di costruzione. Il gol di Cutrone e la sua determinazione a rimanere qui, per fare il bene del Como e anche il suo, cose che per i prossimi mesi continueranno a coincidere. E poi si è rivisto in campo Baselli, nella speranza che possa essere il verticalizzatore che si sperava in estate e poi bloccato da una serie di malanni e infortuni da cui si sta riprendendo solo adesso.

I miglioramenti ci sono, il margine per crescere ancora c’è, i giocatori per riuscirci pure, lo si è visto anche con il Pisa. E magari dal mercato qualche cosa di interessante arriverà ancora, il tempo c’è.

Zona salvezza

Ma quello che fondamentalmente deve essere chiaro una volta per tutte, e che a volte sembra sfuggire, è che il Como in questo momento e probabilmente per un po’ ancora, è una squadra che sta lottando in zona retrocessione.

Una zona in cui un punto acciuffato al novantacinquesimo minuto è una benedizione. Disegnare un Como diverso, con altre prospettive e altre aspettative, in questo momento potrebbe essere un errore fatale.

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