Il Como rimesso in carreggiata. E adesso il salto in avanti?

La situazione Il bello deve ancora venire, questo è poco, ma sicuro. Il 2022 del Como si è chiuso con tante aspettative lasciate in sospeso

Il bello deve ancora venire, questo è poco, ma sicuro. Il 2022 del Como si è chiuso con tante aspettative lasciate in sospeso, tante previsioni ottimistiche da concretizzare. Legate alla squadra e ai risultati, innanzitutto, oltre che a tematiche diverse, a cominciare dai progetti sullo stadio e alla necessità di capire un po’ meglio a cosa effettivamente potrà portare il desiderio della società di radicarsi nel territorio e nell’ambiente comasco.

Il campo, però, conta più di tutto. Ed è la prima risposta che interessa. Questi mesi, inutile nasconderlo, sono stati più deludenti del previsto, se escludiamo le ultimissime settimane. Alla scelta di confermare Giacomo Gattuso sulla panchina è seguito poi un mercato strano, anche nelle tempistiche. Tanta attenzione è stata data all’arrivo di Cesc Fabregas, ma di fatto, con un inizio anticipato del campionato rispetto alla consuetudine, la squadra non è arrivata pronta.

Una disfatta in Coppa Italia a La Spezia, nel tentativo di provare un modulo diverso visibilmente inadatto a tutti in quel momento, e l’immediata correzione nella prima gara con il Cagliari, le uniche due partite con Gattuso in panchina. E la prima in campionato, nonostante la sconfitta, fu anche una buona gara. Ma da lì in poi tutto precipitò, a cominciare dalle condizioni di salute di Jack. E questi mesi sono da ricordare anche per questo, per quell’interregno troppo lungo che vide il Como sprofondare sul fondo.

Poi, l’arrivo di Longo. Che prima di portare la squadra a un buon rendimento si scontrò con problematiche pesanti. La fase dei gol subìti su calcio d’angolo, per esempio. Un momento di forte difficoltà per il tecnico e per la squadra. Servito però per cambiare: cambiare atteggiamento, cambiare uomini, cambiare anche in parte il modulo quando occorre.

Capitolo infortuni. Prima quello di Bellemo, assente un paio di mesi, pesante per un centrocampo già in grande difficoltà. Poi il caso Chajia, che ha scintillato per pochi sprazzi, per poi sparire di nuovo. E Solini, soluzione ritrovata per una difesa in grande difficoltà, ma poi perso per tutta la stagione. Problemi pesanti che ora paiono risolti. La difesa è notevolmente migliorata, gli attaccanti hanno cominciato a segnare con regolarità. Di tempo se ne è perso tanto, ma finalmente la classifica, e il rendimento della squadra, dicono che ce n’è ancora abbastanza per rimediare. E la prima metà del 2023, dunque, dovrà essere quella delle risposte ai tanti dubbi degli ultimi mesi.

A margine del campo, però, ci sono due aspetti positivi da ricordare dei mesi appena passati. Il pubblico, innanzitutto. Che ha sempre risposto bene al richiamo della squadra in termini di partecipazione alle partite. Buono l’esito della campagna abbonamenti ma anche quello dei biglietti, con la curva sempre esaurita.

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