«Il nome del mio Luca sulla maglia del Como. Gol per fare del bene»

La storia L’Associazione che Andrea Ciccioni ha creato per aiutare la ricerca contro le leucemie infantili

Lo studio della Associazione “Quelli che con Luca” è... una cameretta. La cameretta, così com’era, di Luca Ciccioni, stroncato dalla leucemia mieloide a 11 anni, nel 2011. L’impatto emotivo del contesto è forte, ma se Andrea, il suo papà, non fa una piega, sguardo diritto alla meta, allora per rispetto proviamo a non commuoverci nemmeno noi. Proviamo.

L’Associazione che Andrea ha creato per aiutare la ricerca contro le leucemie infantili, come quella che gli ha tolto l’unico figlio che aveva, adesso è finita sulle maglie del Como. La terza maglia, per l’esattezza, quella nera, quella che piace tanto ai tifosi. Il Como, con una iniziativa più unica che rara, ha deciso, su quella divisa, di cancellare lo sponsor originale, Mola tv, per metterci quella scritta. La gente ha visto, ha letto, molti sanno, altri no, molti hanno capito, altri no, altri ancora equivocano («Mi hanno chiesto quanto diamo al Como per mettere quella scritta...», fa lui sorridendo), qualcuno probabilmente non ci avrà neppure fatto caso. Ma adesso che la maglia ha esordito (con il Brescia, e poi è tornata con il Sudtirol), la storia va raccontata come si deve.

Emozione

Andrea ci accoglie a Uboldo, nello studio-cameretta: c’è il lettino di Luca, le sue passioni, le maglie di calcio, i poster di Valentino Rossi, lo zainetto della Ferrari, persino il piccolo portafogli dove aveva i suoi primi spiccioli. C’è persino una moto da corsa, di un pilota che correva con il nome della Associazione sulla carena. Andrea parla. E intanto sposta, mostra, tira fuori, mette via, come se Luca fosse ancora qui. Invece lui non c’è, ci guarda da una grande fotografia, con un sorriso che lascia senza parole. «Ma per me Luca è vivo. Perché se faccio tutto questo, è grazie a lui. La forza che mi dà, la battaglia che abbiamo iniziato insieme. Poi lui ha perso, ma sono rimasto io». Viene da chiedere dove trovi tutta questa forza: «Dalle mie visite al cimitero. Ci parliamo, e l’alternativa era dire: caro Luca, non sto facendo nulla per te. Invece vado lì e gli dico: visto che casino abbiamo fatto insieme? Perché se qualcuno fa male a tuo figlio, tu vai a cercarlo per vendicarti. E io devo vendicarmi sulla malattia. Aiutando la ricerca. E salvare piccoli Luca».

Fondi

E non sono parole pronunciate così, per dire. La Associazione raccoglie oltre centomila euro all’anno da investire, ha già dedicato alla causa oltre un milione di euro. Obiettivo, tramite la Fondazione Tettamanti, acquistare macchinari e velocizzare la ricerca su una strategia rivoluzionaria che innesta cellule potenziate nel midollo perché vadano ad aggredire le cellule malate. Non è teoria, ci sono già riscontri, all’ospedale specializzato San Gerardo di Monza, con le ricerche condotte anche dalla dottoressa comasca Sarah Tettamanti.

«Vedere il nome di Luca sulle maglie è un tuffo al cuore. E per la Associazione un colpo importante:l’operazione della società ha messo nelle casse di “Quelli che con Luca” 75.453€ di cui 65.138€ dai ricavi delle partite di novembre e 10.315€ ricavi delle vendite del “Como4Como store” nel periodo dal 15 dicembre all’8 gennaio. Grazie a questa operazione verrà acquistato un macchinario “Seahorse-Analyzer” per l’analisi del metabolismo delle cellule, utile a comprendere l’efficacia della cura CAR-T nei pazienti colpiti da leucemia mieloide».

Ma perché Como? Come a volte succede, le storia più belle sono dettate dal caso. Durante una iniziativa che prevedeva per ragazzi malati un viaggio a Barcellona a conoscere i giocatori blaugrana, Andrea ha conosciuto Alessandro Giummo, papà di Thomas, che a quel tempo era malato (poi fortunatamente è guarito). Alessandro era (ed è) il leader dei Pesi Massimi, un noto gruppo di tifosi del Como. I due si sono conosciuti, si sono piaciuti, hanno messo assieme idee e forze. E da allora Giummo, che sa come smuovere le passioni, si è messo (lui e il suo gruppo) anima e corpo a disposizione della Associazione per creare situazioni utili alla ricerca di fondi: marce benefiche, lotterie, aste di maglie, vendita di materiale a Natale. “Quelli che con Luca” è sbarcato così a Como, entrando nel mondo della società: le prime iniziative ai tempi di Foresti dg, con una fascia di capitano dedicata. Poi, arrivati gli indonesiani, e saputa la volontà di impegnarsi a 360° nella charity, ecco che la collaborazione è diventata diretta. Da lì, l’idea della maglia con la scritta.Una possibilità che Andrea mai nemmeno avrebbe sognato.

«Como era nel mio destino. Nel nostro destino. Portavo spesso Luca sui pedalò o sulle macchinine qui a Como. E poi, una volta arrivati vicino allo stadio, lui voleva fare un giro esterno dell’impianto e voleva che gli raccontassi quando io, da ragazzo, tifoso juventino, venivo qui a vedere la partita. Quelle passeggiate, con lui sulle spalle che ascoltava incantato, sono un ricordo indelebile. In fondo è giusto che questa bella cosa sia successa a Como. Tanto più che, quando mi sono sposato per la seconda volta, ho deciso di farlo proprio qui. Questa ormai è una seconda casa, per me».

Segni

Appese al muro ci sono le gigantografie degli assegni che la Associazione ha ricevuto, ci sono le testimonianze di mille storie che passano da Luca: la partecipazione di Andrea alla Prova del Cuoco, ideata da Luca stesso per il papà, ma avvenuta dopo il suo decesso. «Pensa te, ho vinto! E i soldi sono andati alla Associazione». Ci sono le gigantografie della visita al Gp di Misano di MotoGp, quando il Fans Club di Valentino Rossi Tavullia creò i presupposti per una giornata i box con Vale, di cui lui era innamorato. Luca stava male, ma nelle foto è sempre sorridente. Era un guerriero. La settimana dopo siamo andati a vedere la Formula 1. Gli ultimi due weekend, prima della sua scomparsa».

La Associazione ha compiuto 12 anni, e continua a inventarsi idee.

Andrea ci accompagna alla porta, ci abbracciamo. Questo uomo è un highlander. Chiude la porta con un sorriso. Adesso possiamo anche commuoverci.

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